Anno sabbatico: una tradizione che ora comprendo
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L’anno sabbatico è una consuetudine che, fino a qualche tempo fa, non capivo. Lo conoscevo come una tradizione americana, che riguardava i giovanissimi più benestanti; nella fase di transizione dall’età delle scuole all’età adulta, avevano questo rito di passaggio. In quel contesto aveva senso: si inseriva proprio nell’anno in cui i giovani devono decidere cosa fare della propria vita. A che lavoro dedicarsi, se mettere in conto anche la creazione di una famiglia oppure no; tutte cose per cui effettivamente serve un rito di passaggio.
E anche un momento di introspezione, riflessione e viaggio.
Ha senso: esci dalla routine, ti stacchi dalla famiglia di origine e dagli amici di sempre, parti per nuovi orizzonti, apri la mente e, da solo/a con te stesso/a in una situazione completamente nuova, puoi avere la visione. Perfetto.
Quando ho iniziato a sentir parlare di anno sabatico in altre età, però, nella vita di adulti belli che fatti, di 30, 40 o 45 anni, la cosa mi ha stonato. Mi faceva strano; mi chiedevo che senso avesse, a quell’età. Di’ che vuoi cambiare lavoro, piuttosto. O che vuoi farti un viaggio da sola di un intero anno. Perché parlare di anno sabbatico?
Poi ho capito.
L’anno sabbatico serve per diventare davvero adulti
Non è un caso, credo, che queste storie di anni sabbatici molto in là con gli anni mi sono pervenute tutte dalla cultura latina: da Italiani e Sudamericani. Culture in cui la società, effettivamente, non solo non mette a disposizione abbastanza strumenti efficaci per diventare adulti; ma in cui tuttora ci sono famiglie che, per mille ragioni personali e collettive, finiscono col fare proprio l’opposto: col mettere i bastoni tra le ruote
- al formarsi di identità indipendenti materialmente ma non solo.
- Alla sana e opportuna separazione tra genitori e figli, affinché anche questi ultimi, se vogliono, possano diventare dei veri genitori. E non esclusivamente genitori a livello “animale”: ti genero ma poi non ti educo, non ti cresco.
- E anche al formarsi, di conseguenza, di cittadini, lavoratori, imprenditori e attori sociali di ogni sorta, che siano responsabili e maturi, capaci di stare al mondo, come si diceva una volta.
Nelle culture latine tutti questi processi, effettivamente, sono ostacolati; da una cultura che tende ad andare più indietro che avanti. Un po’ per romanticismo e nostalgia; un po’ perché non sa come fare, non ci riesce. E così ha perfettamente senso che ci ritroviamo tanti trentenni e quarantenni che sentono il bisogno di un rito di passaggio per diventare adulti. Perché il processo non è compiuto. Magari si ha un lavoro, si pagano le bollette, si vive in coppia, ma ancora più da figli che da genitori; con la mentalità più da bambini o ragazzi che non da veri adulti maturi e responsabili.
Per cui ben venga l’anno sabbatico. In una situazione del genere, non posso far altro che incoraggiarlo e promuoverlo. Di solito si dice “Non è mai troppo tardi per essere felici”. Qui è il caso di dire
Non è mai troppo tardi per diventare adulti.
7 motivi per prendersi un anno sabbatico
- Per smettere di essere figlio/a e diventare finalmente genitore: di te stesso/a e di tanti altri. A prescindere che tu abbia dei figli biologici oppure no. Per un tuo sviluppo psicologico e spirituale.
- Per maturare, diventando responsabile di ogni tua idea, parola e azione. E, in questo modo, potente e affidabile.
- Per scoprire chi sei davvero, al di là dei condizionamenti familiari e sociali. Al di là di tutto ciò che ti hanno inculcato; delle aspettative e pretese che hanno esercitato su di te, forse per decenni.
- Per trovare la tua voce, la tua guida interiore, il tuo guru, direbbero gli Indiani. Tutti abbiamo bisogno di insegnanti, mentori e ispirazione, non è questo il punto. Il punto è che ognuno deve poter contare prima di tutto su una guida interiore – utile anche per scegliere bene insegnanti, mentori e ispirazioni, tra l’altro 😉
- Per scoprire se hai una vocazione, una visione e una missione. Con le quali magari fondi un’azienda, per esempio; o comunque avvii un progetto di valore che porterà frutti e bene per l’intera collettività.
- Per fare un bilancio onesto della tua vita, che non dipenda più da cosa hanno detto e fatto gli altri. Ma che parta da una tua valutazione: dove vuoi essere? Con chi? Cosa vuoi fare, veramente, nelle tue giornate? Qual è il senso di come spendi le tue energie? Tutte queste informazioni emergono con estrema chiarezza, durante un viaggio da soli.
- Per non avere rimpianti. E’ terribile invecchiare senza crescere.
Molti di questi adulti nella fase anno sabbatico decidono di fare un viaggio in solitaria metaforico, più che fisico. E mi contattano per fare un percorso di Life Coaching Spirituale. A volte gli spostamenti interiori funzionano molto meglio degli spostamenti geografici. Se è la strada giusta anche per te: ilaria.cusano@gmail.com
In ogni caso, buon viaggio 🙂
Ilaria Cusano
PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: www.ilariacusanoacademy.com Ci vediamo di là!