Cambiare vita con una formazione apposita – Blog Novel 15

Cambiare vita: il primo seminario tra donne – Blog Novel 15ª puntata

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Cambiare vita è sempre un’avventura un po’ magica.

Il 14 agosto, nei giorni delle Idi di Diana, era previsto l’incontro di auto-presentazione. Maria introduceva il corso di formazione, i suoi contenuti e il metodo che si sarebbe usato, e ognuna delle donne iniziava il proprio esercizio nell’arte di ricrearsi, a livello professionale. Presentando se stessa, raccontando la propria storia e la ragione per cui aveva deciso di intraprendere questo cammino di trasformazione attraverso il life coaching.

Poiché il meteo prevedeva pioggia la mattina e sole il pomeriggio, il programma era metà giornata al chiuso e metà all’aperto. L’appuntamento era alle dieci nella sede dell’associazione che ospitava il percorso, in un piccolo borgo medievale immerso tra dolci e verdi colline, tra i Castelli Romani, i Monti Lepini e la pianura pontina. Il suo nome è Giulianello di Cori.
Dopo una breve presentazione iniziale, nella quale Maria ebbe modo di percepire l’alto grado di sintonia e pace che contraddistinguevano questo piccolo gruppo, si passò all’esercizio fisico.

Valorizzare la bellezza femminile? Con la giusta maestria, si può fare anche con degli addominali! Perfetti per cambiare vita

Per aiutare a cambiare vita, Maria lavora così: partire dal corpo, riattivare innanzitutto nel corpo sensibilità, risorse e potenzialità, onde poi averle a disposizione nell’allenamento spirituale e sociale, ossia nel mettere in azione e a frutto le proprie abilità e competenze. Stando al chiuso aveva optato per un’ora e mezzo di yoga, in cui le meditazioni interiori dovevano ruotare attorno a tre domande basilari.

  1. Chi sono?
  2. Da dove vengo?
  3. Dove sto andando?

Prima di dare inizio all’esercizio fisico, Maria aveva spiegato chiaramente cosa intendesse per l’esattezza.
Con “chi sono”, si riferiva a quale personaggio ognuna delle donne si stava esprimendo nella società, attraverso i suoi pensieri, parole e azioni – cioè gli strumenti tramite cui noi esseri umani creiamo.
Con “da dove vengo”, quale intento aveva condotto ognuna delle partecipanti, in passato, nella direzione in cui oggi si stava muovendo.
E con “dove sto andando”, Maria voleva sapere qual era la direzione che le donne avevano scelto per sé nel momento presente.

Il lavoro pratico

Nel corso dello yoga vennero a galla una serie di stati d’animo, dalle sfumature più varie. A riprova del fatto che [inlinetweet prefix=”” tweeter=”@IlariaCusano” suffix=”null”]ogni cosa che esiste prende forma e sostanza innanzitutto nel corpo[/inlinetweet].
Anche laddove non se ne ha neppure percezione. Quando si è convinti del fatto che una certa condizione fisica dipenda solo dall’alimentazione. Anche allorché risulti ovvio che per acquisire una determinata risorsa e competenza ci si deve rivolgere all’esterno. E’ sorprendente ma nel corpo c’è assolutamente tutto ciò che si sta cercando. Sempre. E’ lì.

Al termine dell’esercizio fisico erano previsti dieci minuti di rilassamento con una musica piacevole e ispirante. Per recuperare le forze, godersi gli effetti di un allenamento sapiente e ben calibrato, e contemplare il riorganizzarsi di energie, immagini e sensazioni all’interno del proprio universo simbolico di donne.
Nel mondo interiore, invisibile, eppure matrice originaria in cui tutto nasce e prende forma.

Successivamente ci fu la pausa per il pranzo. Un piacevole momento conviviale in cui scambiarsi racconti, confidenze e riflessioni private, onde iniziare a conoscersi, a sondare il territorio del gruppo, saggiandone sapori e suggestioni.

Per cambiare vita ci vuole un gruppo: il gruppo è una costellazione, un mandala umano, un potente centro propulsore di energia

In ambito sociologico si usa affermare che un gruppo è un’entità che va al di là della mera somma tra più individui.
È vero. Un gruppo ha una sua identità, quasi a sé stante. È chiaro che è costituito da persone, ma effettivamente allo stesso tempo ha delle dinamiche proprie, dei suoi particolari equilibri, un suo modo di essere che in qualche misura prescinde da coloro che lo formano.

Quando si crea un gruppo, prende vita uno spazio energetico specifico, con delle caratteristiche peculiari. E anche se, per esempio, nel tempo i suoi componenti cambiano, per certi versi e in una qualche misura quello spazio mantiene l’impronta originaria. Quasi potesse vivere anche al di là di coloro che gli danno un canale di manifestazione.

Once upon a time

cambiare vitaForse accade qualcosa di simile a “Once upon a time”, la serie tv americana!
Racconta la storia di una serie di personaggi che, mentre esistono e portano avanti le loro normalissime vite in una quotidianità del tutto ordinaria, parallelamente e con più o meno coscienza vivono anche su un altro piano, stra-ordinario, dove ognuno ripercorre le tappe dei protagonisti delle fiabe fondamentali della nostra tradizione occidentale. Ciò fa sì che essi sperimentino una sorta di oblio e progressivamente, poi, nel corso della serie tv, di risveglio: sebbene ognuno di essi sia abituato a trascorrere un giorno dopo l’altro in un’atmosfera interiore di abitudine e addormentamento, col procedere della storia una sequela di curiose vicissitudini li costringe a prendere coscienza del fatto che la loro identità e la loro storia esistono anche al di là del mondo che sono soliti percepire e conoscere – di nuovo, il regno del simbolico, dove esistono diversi stati di coscienza.

Forse quando si forma un gruppo accade qualcosa di simile, e ognuno, a seconda della propria sensibilità e consapevolezza profonde, incontra e (ri)conosce nei compagni non solo degli individui semplici e ordinari, ma contemporaneamente anche dei precisi personaggi archetipici, così come magistralmente descritti dalle fiabe che per tradizione siamo soliti tramandarci da secoli e secoli. Ma solo quelle che iniziano con “C’era una volta, tanto tempo fa…” e che finiscono con “… e vissero tutti felici e contenti” – sennò non vale, l’ha detto Maria.

Ilaria Cusano

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