
Blog Novel – 32ª puntata
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Successivamente, era la volta della “tenda dell’amministrazione”, posta a nord-ovest.
Qui, a differenza di quel che il nome potrebbe indurre a credere, il punto non è tanto l’organizzazione in sé, ma un determinato tipo di organizzazione, in cui il tempo lineare incontri quello non lineare, in cui la giornata che si sta vivendo coincida con l’eternità.
Questo, ovviamente, accade solo nel caso in cui si sceglie una direzione assolutamente allineata con la missione della propria anima; quando non lo si fa, semplicemente non si ha accesso a tale dimensione – non la si può conoscere perché non è concesso sperimentarla. È un po’ come i videogame: per passare al quadro successivo bisogna superare delle prove, altrimenti non se ne fa niente, e non si può sapere cosa c’è dopo il mostro.
Il cuore dolce del management
Allorché la propria missione più autentica, l’espressione della propria essenza più brillante, arriva a coincidere con il proprio lavoro quotidiano, l’amministrazione del tempo e dello spazio diventa una sorta di rituale, intriso della stessa magnificenza con cui ogni ora si allatta un neonato, pregno della medesima grazia di un fiore che in qualche modo sa che, appassendo, alimenta la vita della specie intera.
L’organizzazione si muta in un atto di pura devozione, alla propria anima, alla sua bellezza e alla meraviglia del creato che ha in sé tanta scintillante perfezione. [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=””]Ognuno si trova proprio al posto giusto, e quel posto è un trono; onorarlo è una celebrazione[/inlinetweet] che sgorga spontaneamente dal regno interiore, senza sforzi né fatiche, anzi, con gioia e gratitudine immense.
Il destino esiste, eccome! Non tutto è frutto della volontà
E poi si arriva al nord, dove c’è la “tenda della guida”.
Questo è il momento di lasciar andare il proprio intento, le risorse, i sentimenti e l’amministrazione, e di affidarsi alle preghiere e all’universo.
È la fase in cui si prende coscienza che non si è da soli al mondo, che ognuno costantemente partecipa alla creazione della realtà, assieme ad altri sei miliardi di persone, e che i propri obiettivi, per poter sbocciare in tutto il loro splendore, devono armonizzarsi con una serie di congiunture astrali, cosmiche e collettive da cui di fatto nessuno può svincolarsi.
Ci si può impegnare ossessivamente nel credere di essere del tutto liberi, separati e indipendenti, ma alla fine si sa che non è affatto così: siamo legati a tutto e a tutti, siamo uniti e decisamente interdipendenti, ed è per questo che dobbiamo prendere in seria considerazione la risposta della vita alla nostra mobilitazione, perché in parte sarà proprio essa a determinarne il successo o il fallimento.
In questa tenda si lascia andare il proprio ego con fiducia, speranza e umiltà, per poi drizzare le orecchie e ascoltare l’eco che si espande nell’etere.
Al termine del viaggio ci si ritrova a nord-est, nella “tenda della comunità della Terra”.
Qui si prende atto dell’eredità che si sta lasciando con i propri intenti, progetti e lavori; di cosa si sta creando con le proprie professioni e gli obiettivi; della maniera in cui la società e il pianeta Terra intero saranno modellati dalle proprie mani, per gli attuali suoi abitanti e per i posteri che verranno.
Gli attuali bambini e ragazzi saranno grati per il contributo che oggi noi stiamo offrendo? Per la società che stiamo creando? Saranno fieri di noi come predecessori? Potranno godere di ciò che avremo lasciato per loro, per i loro figli, e per i figli dei loro figli?
È un tema triste talvolta, ma affrontandolo con il giusto anticipo, invece, può essere una preziosa occasione di dare un senso alla propria vita.
Ilaria Cusano
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(Ph.: Greg Rakozy)