Corsi di formazione per imparare a vivere – Blog Novel 45ª puntata
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La responsabilità, con gli adulti, è un tema caldissimo in Italia: la stragrande maggioranza di noi deve ancora farci in conti seriamente, molti sembrano cresciuti se li si guarda nel corpo ma ci si rende conto che non lo so affatto quando li si guarda negli occhi, e purtroppo non si tratta dell’innocenza e della capacità di giocare, ridere e viver leggeri, che sono qualità belle e degne di esser conservate per tutta la vita.
Un numero impressionante di persone teoricamente adulte passa la giornata a incolpare qualcun altro (individuo o istituzione). Di ogni cosa che accade nella propria vita. Dando prova non solo di vile vittimismo, ma anche di incapacità di assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Queste persone, ahimè, fanno anche figli! Figli che saranno costretti a crescere in fretta e a sentirsi soli e senza appoggi. Per poi doversi pure sentir dire frasi come “Madonna, ha 13 anni e sembra ne abbia 20!”. Chissà perché!
E’ un tema caldissimo perché nessun adulto accetta di buon grado di sentirsi dire cose del genere. Eppure un professionista della formazione non può assolutamente esimersi da questo passaggio, pena il completo fallimento dell’intero processo di sviluppo.
In un modo o nell’altro, il formatore deve riuscire a far pervenire questo scomodo messaggio. E deve saper anche andare oltre, offrendo alle persone gli strumenti per svilupparsi in quegli aspetti della propria identità che, per mille ottime e sacrosante ragioni, non hanno avuto modo di svilupparsi a tempo debito.
L’impatto con la realtà
A proposito di responsabilità, fu estremamente interessante per Maria interagire con la sfera emotiva del gruppo, nel momento in cui emerse l’impossibilità di concludere gli accordi necessari per la realizzazione della giornata sui saperi femminili.
Nel momento in cui lo scoraggiamento, la delusione e la demoralizzazione raggiunsero il loro picco, una delle partecipanti chiese a Maria cos’era in fondo questo progetto comune, se non aveva la possibilità di prendere forma. Che senso avessero avuto tutto il lavoro, l’esercizio e la dedizione, se alla fine non se ne sarebbe fatto niente.
Maria non ricorda chi glielo chiese, ma ricorda che provò tenerezza.
Oltre a ribadire che la realizzazione o meno del progetto dipendeva da ognuna di loro e non dal fato, Maria portò il focus su un fatto ovvio e quanto mai disarmante. Il progetto non era veramente nato dal gruppo per suo desiderio e volontà. Era un’esercitazione ideata da Maria stessa, a cui lei aveva praticamente costretto ognuna di loro.
Non c’era stata la possibilità di rifiutarsi di partecipare. Era l’allenamento alla comunicazione, alla cooperazione, al project design e management che Maria aveva previsto nell’ambito del percorso formativo.
Tutte parvero cadere dalle nuvole. Avevano proiettato talmente tanto su quel piccolo progetto in termini di sogni, desideri, valori e speranze, da vedere in esso mille cose che in realtà neppure esistevano. Forse sarebbero esistite, questo è possibile. Ma la via verso la realizzazione può solo iniziare (o riprendere) con un ciclo di quattro seminari. Di certo non esaurirsi in esso.
Continuare a imparare sempre è un approccio alla vita
È una parte fondamentale che ci tengo molto a comunicare fino in fondo: la formazione, per produrre dei risultati concreti e tangibili a livello sia individuale sia sociale, deve essere un processo perenne, un atteggiamento da coltivare nella vita, uno sguardo che si ha su di sé e sul mondo.
Corsi, seminari, scuole, esercizi e letture devono essere portati avanti anno dopo anno, mese dopo mese e giorno dopo giorno, perché possano mettere radici e donare fiori e frutti; diversamente, sono solo momenti di evasione dalla routine, sprazzi di luce nel mezzo di una ragnatela vecchia millenni, un pigro sbuffo di aria laddove la polvere accumulata continua ad avere la meglio.
È questo il senso delle espressioni “apprendimento permanente”, “formazione per adulti”, “educazione non formale” e delle numerosissime politiche europee che da anni ormai volgono in tale direzione.
Ilaria Cusano
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