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Life coach spirituale > Blog > Dialogo

Dialogo

Molte difficoltà, per essere superate, richiedono la disponibilità al dialogo: tutti i problemi di coppia, un matrimonio in crisi, il liberarsi da una dipendenza d’amore o da una situazione in cui si finisce col litigare sempre. Anche la legge d’attrazione funziona attraverso il dialogo e la capacità di comunicare le emozioni. Cambiare vita, essere leader, fare soldi: tutto ciò presuppone l’abilità di dialogare con se stessi e col mondo esterno.

Quale archetipo sei e come trarne potere

Published on Febbraio 10, 2020Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
archetipo

Archetipi e maschere

archetipo

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Gli archetipi sono delle figure che hanno acquisito una certa notorietà a partire dal lavoro di C. G. Jung. Da lì molti, in ambito psicologico da un lato e spirituale dall’altro, hanno iniziato a parlarne, scriverne, farvi riferimento per dei processi di crescita personale. Personalmente vengo più dal mondo del teatro che da quello della psicologia, e trovo che il lavoro con gli archetipi abbia molte cose in comune con il lavoro sulle maschere.

Le maschere sono tante cose:

  1. personaggi dietro cui ci si nasconde, per non far vedere agli altri chi siamo veramente.
  2. Ruoli che dobbiamo recitare perché una determinata etichetta ce lo impone, per esempio sul lavoro.
  3. Funzioni che ci permettono di appartenere: in quel gruppo serve qualcuno che svolga quel compito, se io posso farlo posso anche appartenere al gruppo.
  4. Trucchi e illusioni che ci fanno fare un viaggio in una parte della nostra identità e della vita che ancora non conosciamo, per far emergere da noi qualcosa di nuovo, dal profondo.

Quale archetipo sei

Quale archetipo sei non lo decidi tu; devi osservarlo e scoprirlo nelle dinamiche sociali, per l’appunto. In questo modo, però, risulta abbastanza facile, avendo un minimo di riferimenti culturali, riconoscersi.

Sei quella che si prende sempre cura di tutti? Bene, sei la madre. Grazie a te la gente di diverte, si rallegra e se la spassa? Sei l’eterno bambino. Sei quello che fa sì che gli altri si rendano conto di come stanno veramente le cose, dei propri errori e di qual è la cosa giusta da fare? Ok, fai la parte del saggio. E via dicendo.

Ci sono anche classificazioni un po’ più raffinate, degli archetipi. Per esempio, se stai impersonando l’archetipo della prostituta, puoi fare più la parte della troia nel senso di stronza, egoista, senza nessun valore né pudore; oppure quella di colei che mercifica il corpo proprio e/o di altre (maitresse); o ancora, in versione più mistica, puoi fare la vestale, la devadasi o la geisha.
A seconda dei tuoi riferimenti culturali utilizzerai certe simbologie o altre, per individuare l’archetipo che ti caratterizza in un dato momento. Ma di certo si tratterà anzitutto di una parte che stai recitando nel mondo sociale, nella realtà di gruppo.

archetipo

In questo senso, la vita relazionale può essere assai illuminante: ti mette in una determinata condizione in cui magari non ti fa neanche piacere stare, in fondo. Ma in quel modo ti fa fare un’esperienza ben precisa. Devi fare la cameriera? Ti ci troverai per forza, a imparare a servire, a prendere questa abitudine, a farla tua. Ed evidentemente era proprio quella la lezione che dovevi apprendere, come anima, per andare un po’ di più verso quel luogo misterioso ma comunque chiaro verso cui in questa vita devi andare.

La prima lezione per riuscire a trarre potere dagli archetipi, quindi, è questa:

Accetta i ruoli in cui la vita sociale ti mette e riconoscili come un dono di Dio per te, come l’esperienza che come anima hai bisogno di fare, per ricevere la lezione di cui profondamente hai bisogno.

*Hai la vocazione per servire in questo settore? Leggi la parte finale di questo articolo, su TrasFormazione, la scuola professionalizzante per lavorare come Life Coach Spirituale insieme a noi 🙂

Come trarre potere dall’esperienza degli archetipi

Il problema, con le maschere, è che ti possono rimanere incollate alla faccia. Te le devi mettere per forza, per un certo periodo, ma se poi ti ci identifichi, se non riesci a scollartele dal viso, diventano la tua gabbia e condanna; una vera e propria prigione spirituale dentro alla quale ti dimentichi chi sei veramente e ti perdi. Succede spesso con i ruoli lavorativi, per esempio, ma anche con quelli di madre e di padre, se ci fai caso.

Se nella tua famiglia eri la ribelle, non vuol dire che devi fare la ribelle sempre e dovunque! Nella coppia, nei gruppi: pecore nere, vittime, sottomessi. Sono solo alcuni degli esempi di maschere in cui moltissime persone rimangono incastrate. In questo modo non solo non puoi trarre potere dagli archetipi, ma saranno loro che ti ruberanno potere, bloccandolo in un “abito” che, di per sé, non può fare assolutamente niente nella vita e nel mondo. Non può lasciare nessuna impronta né cambiare alcunché, perché non è niente: è vuoto, inanimato, senza sostanza.

archetipo

La soluzione consiste nel rimanere connessi alla propria identità in quanto anime.

Non siamo esseri umani che stanno facendo un’esperienza spirituale; siamo esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza umana. (Yogi Bhajan)

E’ questo il punto: mantenere sempre salda e profonda la percezione del fatto che la radice dell’identità personale è l’anima. E che, qualsiasi vestito questa possa indossare temporaneamente, sarà sempre e solo un’effimera esperienza transitoria. Perché l’unica verità che conta, l’unico lato di noi che esiste davvero e che ha il potere di lasciare un’impronta e di fare la differenza nel mondo è l’anima. Tutto il resto è solo un suo strumento; archetipi compresi.

Ilaria Cusano

Scuola di Life Coaching Spirituale, formazione professionalizzante

Se anche tu vuoi fare di tutto ciò un servizio nella società, una professione; o se vuoi arricchire la tua professionalità acquisendo le competenze proprie dell’intelligenza spirituale-sociale, inizia il percorso formativo per lavorare come Life Coach Spirituale. Potrai aiutare le persone a lavorare con l’anima, vendere con l’anima, amare con l’anima, gestire i soldi con l’anima; etc. E potrai farlo da professionista, con una struttura e un team alle tue spalle, con una certificazione con un valore reale.

Per saperne di più contattami via email: ilaria.cusano@gmail.com

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Migliorare se stessi e la propria autostima

Published on Dicembre 21, 2018Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
migliorare se stessi autostima

Migliorare se stessi: un ottimo proposito per il nuovo anno!

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Nelle parole c’è tutto quello che siamo.

migliorare se stessi autostima
Sol Victory Flare Joy Achievement Black Man

Per migliorare se stessi bisogna anzitutto cambiare dialogo interiore – il che, in sostanza, significa cambiare narrazione, cambiare le storie che ci raccontiamo, cambiare le parole che usiamo, dentro di noi e nella comunicazione. 
Le parole sono il luogo in cui abbiamo tracciato il nostro cammino di civiltà.
Esse collegano al loro cuore epoche storiche distanti millenni, e tengono unite nel giro di poche lettere città e popoli distanti tra loro centinaia di chilometri e di anni.

Questa è la storia di due parole intimamente connesse tra loro: Dio e godimento.

Per migliorare se stessi e l’autostima bisogna godere

Su Dio una cosa è certa: serve per aiutarci a essere felici.
La parola italiana Dio der­iva dalla radice di una parola greca che indicava il padre di molti déi: Zeus. La Z, infatti, è una dentale, una versione della nostra D. Zeus diventa Deus in Latino.
Ma la parola indo-europea più antica che si usa per riferirsi a Dio è fatta spesso risalire alla radice sanscrita Gheu – che corrisponde al germanico Gut – da cui poi viene direttamente il termine God di tutte le lingue del nord.
Queste due antiche radici sono state supposte essere a fondamento della moderna accezione di Dio, perche significano entrambe “invocare”.

Ora, quello che è interessante è che la radice della parola godimento è la stessa di gioia, la stessa quindi della parola latina gaudium, che significava appunto “il piacere” in generale, il “godere la vita“.

Ecco dove le parole diventano davvero una macchina del tempo, una macchina quantica: la radice di gioia, cioè la stessa di gaudium e godimento è la stessa della parola inglese joy (gioia), gay (felice) e to enjoy (godere, partecipare, farsi coinvolgere).
La J inglese è un’evoluzione di un’antica lettera indo-europea che è diventata successivamente una G in molte lingue; mentre il suono dentale radicale potrebbe essere semplicemente caduto in alcune parole inglesi moderne, ma rimasto intatto in altre – la “radice” è il cuore più antico di un gruppo di parole di diverse lingue “imparentate” tra loro.
Gli Inglesi non amano, infatti, i suoni dentali, a differenza dei Latini. In Spagnolo la dentale si aspira spesso e la -d- diventa -z-; ecco perchè godere in Spagnolo si dice gozar: la radice god-, rimane quindi inalterata.

Gioia e godimento ti migliorano la vita e l’autostima; è così da sempre

I linguisti hanno spiegato che l’associazione, in Inglese, tra la parola good e la parola God è frutto solamente dell’ingenuità popolare, non sussiste; è rimasta quindi aperta la domanda

La radice (go-) della parola inglese joy (dove poi la -d- potrebbe essere caduta per divetare una più moderna -y-) è la stessa della parola tedesca Got, che significa Dio?

 

migliorare se stessi autostima

Sicuramente la stessa parola gaudium (*ja[u]d-) in Inglese è stata recepita anche per formare l’espressione to be glad, essere grato.
Questo significa che la radice gad/god- è sempre circolante in Inglese, e infatti ritorna anche nella parola rejoice, che significa rallegrarsi.
Perchè, dunque, credere che la parola anglosassone Dio derivi da una radice riferita banalmente all’atto di “invocare”, invece di riferirla a un’altra radice che indica, più coerentemente con la visione antica, il godimento, la gioia, l’essere coinvolti e l’essere felici?

Dio ci rende forti e potenti, e Dio è piacere

Dio è desiderio: come in tutta la mitologia antica, è desiderio di vita, vita che fluisce nella materia e la rende viva, pulsante, calda.
E’ il contrario della morte, l’essenza stessa della vita: il piacere.

Da cosa viene l’autostima, in fondo, se non dal sentirsi forti e vitali, sani e belli, felici di stare al mondo e di esprimerlo?

Rimane da affrontare quanto di sessuale o genitale ci sia, in questo piacere.
Ora sappiamo, da etimologie ormai consolidate, che questa scissione tra sessualità e spiritualità, è tutta moderna.
La parola sesso, infatti, ha la stessa radice di sacro, che è sec-.
Il sacro indica il luogo della relazione intima con Dio in uno spazio privilegiato, cosi come avviene per la parola sesso, che esprime la relazione intima con l’altro.Il fatto che oggi non percepiamo più il sesso come un fatto sacro rappresenta una vera e propria “schizofrenia” nel nostro sistema linguaggio-pensiero.
Sarà opportuno, quindi, mettere un punto fermo su questa posizione. Dio è nel piacere sessuale nella misura in cui feconda il mondo, crea la vita.
Il Dio giudaico-cristiano forse è addirittura la più sessuale delle divinità monoteiste, perchè mette letteralmente incinta una donna, mentre Shiva è il Dio più genitale, visto che il suo fallo viene adorato da millenni.

L’esperienza dell’estasi, inoltre, contraddistingue sempre l’esperienza mistica, in tutte le tradizioni esoteriche. Dio è rappresentato così come un passaggio attraverso il corpo, tanto radicale da trasformare per sempre la materia stessa.
Dio non può che essere estasi, godimento, la causa della trasformazione profonda.

Luca Ferretto

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Gestire la rabbia – con Maurizio Bertolotti

Published on Febbraio 22, 2018Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
gestire la rabbia

Io, gli uomini, l’ossidiana e la rabbia

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Terzo mese con questa potentissima pietra nella vagina: l’ossidiana. Pietra che resetta intimità e sessualità; che taglia via tutto ciò che non serve più o che addirittura nuoce; che ci permette di conoscere le nostre parti più oscure e di imparare a gestirle.
Dopo aver attraversato mondi e stati d’animo molto vasti e vari, eccomi al cospetto di un’irritazione che diventa rabbia e poi furia, verso tutto il genere maschile. Valanghe di pregiudizi, naturalmente, ma anche di delusioni e sofferenze lasciate lì a marcire per troppo tempo, come se potessero svanire da sole… Cos’hanno fatto, invece? Hanno continuato ad attrarre situazioni simili, in cui la sfida per me era cogliere finalmente l’opportunità di fare questa fantastica esperienza, e dire

No, no e ancora no! Non mi sta bene, basta, vaffanculo!

gestire la rabbia

Perché noi donne abbiamo questo problema: di voler essere comprensive a tutti i costi. Così pensavo. Sempre lì a sforzarci di tollerare e di capire cose che, in realtà, non tolleriamo affatto. Basta sentire il corpo per rendersene conto. Non le mandiamo giù, ci fanno stare male e continuiamo a dire sì invece che no. E’ masochismo, è stupido; anche se ce l’ha insegnata la mamma, è una pessima abitudine.

Ovviamente, in quei giorni mi capita il cliente: un uomo che deve essere aiutato da me a imparare a gestire la rabbia 😀
Ecco cosa mi scrive Maurizio.

Rabbia

Emozione non necessariamente negativa, se usata ed espressa nella maniera adeguata.
Io ho passato una vita ad arrabbiarmi, più che altro con me stesso, invece di rispondere a tono ai comportamenti arroganti delle persone che ho conosciuto. Solo adesso mi rendo conto del fatto che ho sbagliato: non l’ho usata e canalizzata nel modo giusto.
La conseguenza?
Una bassissima autostima; uno stato fisico al limite del crollo, visto che ho somatizzato; ma, soprattutto, un complesso d’inferiorità costante, in cui continuo a tenermi ai margini, a isolarmi.
Nell’ultimo periodo, poi, le cose sono peggiorate: scatti d’ira che difficilmente riesco a contenere, rischiando involotariamente anche di farmi male.

gestire la rabbia

In questo percorso che sto facendo con Ilaria, per migliorare nella professione di networker, la competizione sana è un incentivo a fare meglio. Ma io, visto il mio assetto mentale, non la vedo così; ed ecco che, quando altri fanno meglio di me, la rabbia si impadronisce di me sussurrandomi

Tu non sei inferiore agli altri.

Ed è qua che mi diventa fondamentale dare una svolta: trovare una soluzione apparentemente semplice, ma per me di difficilissima applicazione.
La svolta consiste nel concepire la rabbia come un possibile alleato: può essere trasformata, per esempio, nella spinta costruttiva che impedisce agli altri di metterci i piedi in testa; oppure può divenire quella tenacia, persistenza e determinazione che ci fa dire

Ok, oggi non ho dato il meglio di me, ma dalla prossima volta mi impegno a farlo.

Troppo spesso ho usato la rabbia in maniera distruttiva nei miei stessi confronti; non è piacevole sentire lo stomaco chiudersi al limite del rimettere… Ma adesso basta! Voglio essere un leader, e ben venga anche la rabbia, se mi può spronare a fare di meglio!

Rabbia: guardiano del limite

Maurizio conclude il suo racconto con il buon proposito di dare l’altolà a chi tenta di invadere il suo territorio, e di canalizzare la rabbia verso l’efficienza e l’impegno. Ha capito che non è inferiore a nessuno e che, anzi, dentro di lui dimora un leader: una guida pronta a venire alla luce e a mostrarsi. Io lo guardo non solo con fiducia, ma anche con la totale certezza che riuscità nel suo intento. Ne ho visti tanti come lui, anch’io sono come lui…

gestire la rabbia

Putroppo o per fortuna, però, col cuore in mano devo metterlo in guardia sin da ora: sarà sempre peggio, in questo senso. Questa battaglia non solo non finisce mai, ma più diventi una guida e più si fa strenua: tutti coloro che vogliono raggiungere i tuoi stessi traguardi sono attratti da te, come persona, come professionista, nella vita lavorativa e personale. Vengono, ti ammirano, ti chiedono ma poi, volenti o nolenti, cercano di sopprimerti. E più non ce la fanno a raggiungere i traguardi che tu gli dimostri come raggiungibili, più anche senza farlo apposta vorrebbero eliminarti. Vorrebbero che tu non esistessi, che non stessi lì davanti a dimostrare loro che non è vero che certe mete non sono conquistabili, sono solo loro che non le stanno conquistando.

Sai che ti dico, però, mio caro? Chi se ne frega, sono cazzi loro 😀 Io non tornerei indietro neanche morta!

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Frasi e aforismi sul rispetto, by Alessandra Valzania

Published on Ottobre 5, 2017Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
frasi e aforismi sul rispetto

3 sfumature di rispetto

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E così mi ritrovo alla fiera delle frasi fatte… chi l’avrebbe mai detto? Li ho sempre associati alla banalità, questi aforismi, e qui mi ritrovo a farne un elogio… Beh, mi son detta, perché no?! 🙂

Questo Maestro, secondo me, ha riassunto e deciso come avrei sviluppato l’atavico e potente tema:

Il rispetto, di Alessandra Valzania, in eccellente e saggia compagnia

Segui sempre le 3 R:
Rispetto per te stesso;
Rispetto per gli altri;
Responsabilità per le tue azioni.
(Dalai Lama)

frasi e aforismi sul rispetto

Dunque, vediamo un po’:

1^R > Rispetto per te stesso

L’armonia che si ricerca nel mondo intorno a Noi è l’esatto riflesso dello stato della nostra anima…
Quanto più Amiamo ciò che siamo, accettando i nei ed il loro costellato ordine sull’involucro del nostro essere, tanto più rispettiamo ciò che siamo capaci di creare.
(A. V.)

Effettivamente, l’esperienza insegna che siamo gli unici artefici del nostro destino: non pensandolo, ma incarnandolo in ogni atomo che ci compone, con una febbrile fiducia e una ferma immaginazione.

Vi è mai capitato di pensare a una persona che non vedete o sentite da anni, e dopo un giorno o due avere sue notizie o ritrovarvela davanti? Beh, che ne siate consapevoli o no, avete creato voi quell’incontro: avete attivato una calamita e il suo polo opposto ha risposto. In quel momento il canale o la frequenza erano limpidi e chiari, “senza macchia alcuna” direbbero gli I Ching, e il messaggio è arrivato preciso e diretto a destinazione!

A me succede continuamente, quando riesco a mantenere quello stato di presenza che tutto alleggerisce e può affrontare. Si crea quell’ambiente di benessere interiore che spazza via qualsiasi ostacolo mentale..
La mia fucina creativa è al massimo del potenziale e succedono cose accreditabili alla bacchetta magica di Merlino in persona!
Inutile cercare altrove: abbiamo proprio dentro di noi uno spazio creativo illimitato, e il trucco per lasciare che agisca continuamente è rispettare ciò che siamo in tutte le nostre uniche e perfettamente posizionate qualità. Così accediamo a questo incredibile potere!
Il potere di riflettere l’amore che proviamo per noi stessi e far sì che la realtà intorno a noi faccia lo stesso, rispettandoci pienamente, lasciando aperta ogni porta che vogliamo attraversare.

Scrivendo questo sento un’estasi propagarsi dentro i miei ‘confini’, un calore risvegliare le particelle che mi compongono… un’ondata elettrica che accende luminescenze dentro di me. Essa rappresenta la risposta fisica delle mie cellule a ciò che scrivo e provo nei confronti di questa semplice intuizione… Rispetta te stesso e il mondo farà lo stesso 🙂

Se vuoi essere rispettato dagli altri, la cosa più grande è rispettare te stesso. Sono in quel modo, solo con il rispetto di te stesso tu obblighi gli altri a rispettarti.
(Fedor Dostoevskij)

 

Non potranno mai toglierci il rispetto per noi stessi, se non saremo noi a darglielo.
(Mahatma Gandhi)

 

Come sopra, così sotto, come dentro, così fuori.
(principio alchemico)

frasi e aforismi sul rispetto

2^R > Rispetto per gli altri

E se accadesse che, mentre stiamo esponendo la nostra opinione nei riguardi di un argomento che fa discutere, come per esempio succede di questi tempi con la questione vaccini, che mette in gioco i nostri valori profondi, sul quale ci siamo informati scrupolosamente; e accade che qualcuno con fermezza esponesse la sua contraria posizione, basata sulle sue credenze e valori completamente opposti o distanti dai nostri… cosa accadrebbe?

Lo portiamo a Forum e pretendiamo pure un risarcimento morale per aver irritato non poco la nostra solida verità?
O comprendiamo il potere della libertà d’espressione e il suo pieno diritto ad avere un’opinione in merito, se pur lontana anni luce dalla nostra?
Rispettiamo il suo diritto ad avere il proprio pensiero?

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)

Tutti i giorni ci troviamo di fronte a piccole prove di questo genere; è buffo quanto esse influenzano la nostra giornata, il nostro umore e la direzione dei nostri pensieri.
Ma basta poco per non subirne gli effetti!
Fregarsene, condannarle, bruciarle sul rogo del nostro pubblico occasionale?
Che fatica…
E invece … Averne semplicemente rispetto?

Lasciare che chiunque sia libero quanto noi di essere, dire, agire, amare?
Questo aumenterà drasticamente il nostro benessere quotidiano e la qualità delle relazioni che intrecciamo, rendendoci ogni cosa possibile!

L’amicizia ha due ingredienti principali: il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili. Il secondo è il rispetto per ciò che ci rende diversi.
(Peanuts)

3^R > Rispetto: responsabilità per le proprie azioni

La forma più vera di amore è come ti comporti verso qualcuno, non cosa senti per lui.
(Steve Hall)

Ebbene sì: contano solo i fatti.
Finché non troveremo il modo di leggere i pensieri altrui, sogno di ogni donna sulla terra, l’unica cosa che conta nelle relazioni sono proprio le azioni!
Non c’è scusa che tenga: ciò che è evidente è ciò che esiste e lo stato interiore in cui siamo trasforma ciò che pensiamo in materia.

L’osservatore influenza l’oggetto della sua osservazione.
(Meccanica Quantistica)

Accade spesso di compiere azioni delle quali ci pentiamo, che vorremmo non aver mai fatto o avremmo voluto fare diversamente.
“Se avessi detto questo in quel momento, ora sarebbe diverso..?”… Beh, chi lo sa?! Effettivamente, chi può mai saperlo?! Dovremmo indagarlo in quello che molti chiamano tempo circolare… ma questa è un’altra storia.
Come non leggiamo nella mente, non abbiamo nemmeno la famosa sfera di cristallo.
So solo che ciò che faccio è l’esatto risultato di ciò che sono in quel dato momento, e se voglio migliorare il mio stato generale e le mie interazioni, devo capire cosa mi ha portato a crearli, come mi sento in relazione a ciò che è avvenuto, e acquisire il miglioramento che mi porta a non avere rimpianti…

… sembra una trafila lunghissima che impiega sedute, meditazioni, digiuni… ebbene no!

frasi e aforismi sul rispetto

Quello che personalmente ho capito, sperimentando il processo elencato qui sopra durante la mia breve ma intensa esistenza, è che pratiche di qualsiasi tipo sono utilissime e sottolineo utilissime per mantenere uno stato di benessere, per integrarlo in ogni mia azione, ma non per crearlo, per innescarlo dentro di noi.

Per arrivarci, infatti, bisogna “solo” frenare la galoppante azione mentale che tutto giustifica e classifica.
Ci vuole una grande umiltà, accompagnata da volontà, sorretta sopra ogni altra caratteristica dal rispetto nei confronti delle nostre azioni, della nostra posizione di quel dato momento, del “chilometro” in cui siamo nel sentiero che stiamo percorrendo.

Questo ci fa cogliere il dettaglio, compredere quanto impossibile sarebbe stato agire altrimenti con gli strumenti che avevamo allora.
Ciò che avviene ora è il meglio che possiamo fare ora. Abbiamone rispetto.

Il rispetto nasce dalla conoscenza, e la conoscenza richiede impegno, investimento, sforzo.
(Tiziano Terzani)

… e, alla fine, c’è sempre il come si utilizzano, e la forza che così poche battute trasmettono ad avere la meglio! …Aforismi.

Il rispetto sta bene su tutto. Usatelo.
(Twitter)

Alessandra Valzanìa

Curo la sezione Love in Family. Conduco i percorsi

  1. Come trasformare il disagio della tua famiglia nell’occasione per imparare ad amarvi – Per migliorare la condizione del proprio gruppo di appartenenza (famiglia, classe, team, comunità, etc.), valorizzando la diversità.
  2. Come creare una famiglia felice e far sì che superi ogni difficoltà – Per i problemi di intimità, sessualità o comunicazione col partner che rischiano di distruggere un’intera famiglia.

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Blog Novel 55

Published on Aprile 22, 2016Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
cambiare vita blog novel 55

Cambiare vita: il valore del femminile per Maria (Blog Novel 55ª puntata)

***Ehi, hai visto che c’è il nuovo sito dell’Accademia Professionale? Visitalo subito: www.ilariacusanoacademy.com

Il ciclo dei seminari era finito e Maria si sentiva piacevolmente svuotata ed eccitata. Sapeva che più che una fine era un inizio, non solo per ognuna delle donne che aveva partecipato, ma anche per lei.

La mattina immediatamente successiva all’ultimo seminario, quella del 10 ottobre, ricevette la telefonata di una donna di nome Sofia, sociologa come Maria e counselor di professione. Gentilissimamente si presentò, e poi le chiese se fosse disponibile a trovare insieme a lei una soluzione, relativamente al suo percorso Il valore del femminile.

Sofia aveva dato vita a un’associazione che portava esattamente lo stesso nome, e pensava che utilizzando le medesime parole si rischiasse di creare confusione nella comunicazione.
Questa donna abitava a soli trenta chilometri da Maria!

Sofia continuava a ripetere che non era una questione di competizione, ma solo di evitare che nella comunicazione le cose si sovrapponessero. A dirle che anche lei faceva un lavoro simile al suo, e via dicendo.
A Maria veniva da ridere, e gli occhi le brillavano per la tenerezza e la magia di ciò che stava avvenendo!

cambiare vita blog novel 55

Quando ti trovi a cambiare vita, nota i segnali delle sincronicità

Le rispose che non solo era disponibilissima a cambiare il nome del suo percorso – il quale tra l’altro, la rassicurò, era finito proprio il giorno prima, quindi il problema già non sussisteva più. Ma la invitò a conoscersi e a prendere in seria considerazione l’eventualità di collaborare.
In fondo avevano avuto la stessa idea nello stesso periodo e nel medesimo territorio! Una sincronicità da non lasciarsi sfuggire!
Sofia fu felice dell’atteggiamento di Maria. Rimasero d’accordo per sentirsi di nuovo il lunedì seguente e darsi un appuntamento per la settimana successiva.
Maria era curiosissima di conoscere questa Sofia e di scoprire cosa sarebbe potuto nascere dal loro incontro!

La stessa mattina, il 10 ottobre, la contattò anche Melissa, la giovane donna con cui stava collaborando a Bologna per l’organizzazione di un seminario insieme. Lei si sarebbe occupata della preparazione tramite lo yoga e Maria avrebbe proseguito con la parte di life-coaching.
Definirono insieme gli ultimi dettagli riguardanti la location. Venne fuori che la migliore per conformazione, mezzi pubblici e prezzi era quella sita in Via Matilde di Canossa!
Consiglio vivamente a tutte le donne che stanno leggendo questo blog-novel di raccogliere informazioni serie su questa figura, fondamentale nella storia dell’Italia al principio dello scorso millennio.
Per Maria era un segnale formidabile!

Per cambiare vita devi saper morire e poi rinascere, consapevole che la morte non esiste

La settimana successiva Maria e Sofia si incontrarono.
Si trovarono immediatamente bene insieme, scoprirono di avere diversi interessi e amicizie in comune, e si sentirono sorelle nel giro di pochi giorni!

Pochi minuti dopo aver salutato Sofia, Maria ricevette la qualifica di progettista europea, a conclusione con successo del master a cui aveva dedicato l’intera estate e gran parte dei suoi risparmi. In quella stessa settimana, Maria e suo marito presero la decisione difficile ma necessaria di chiudere definitivamente l’associazione che avevano fondato.

La dedizione al gruppo, alla comunità e alla collettività, che sette anni prima si era configurata come unica speranza di Maria per risvegliare nel suo cuore e nella sua coscienza le scintille della fratellanza, della solidarietà, della complicità, dell’unione, della reciprocità e della comunione, era divenuta una gabbia. Stava impedendo a lei e a suo marito di realizzarsi, tanto come individui quanto come coppia. Aveva creato in loro e nella loro cerchia di affezionati una serie di false priorità, di pressioni e di pesantezze che desideravano estirpare alla radice.

[inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=””]Una struttura deve facilitare la vita delle persone e dei gruppi, non renderla più difficile, faticosa e insostenibile[/inlinetweet]. Quando essa produce quest’ultimo effetto è bene che muoia, onde trasformarsi in qualcosa di più fecondo e benefico.

Le relazioni, le collaborazioni e i progetti che hanno una radice forte e vera sopravvivono sempre

Non c’è da aver paura. Anzi, risorgono dalle ceneri più saldi e vivaci che mai.
Maria sentiva l’urgenza di occuparsi del proprio nutrimento, più che mai madre di se stessa. Desiderava seguire il suo flusso interiore con coraggio e fiducia. Vivere i nuovi archetipi che la chiamavano. Scoprire nuove terre e riprendere il suo viaggio verso l’orizzonte.
Un grande ciclo si chiudeva facendo spazio all’alba di uno nuovo, e Maria percepiva la vita pulsarle dentro, intensa ed emozionante come sempre.

Dopo pochi giorni, nacque l’idea di questo blog-novel, e in poche settimane fu scritto e corretto, pronto per la pubblicazione.

Un’altra coincidenza carina che capitò a Maria in quel periodo riguardava una sua amica di vecchia data che non vedeva da anni.
Durante i mesi del percorso con le donne, nella sua vita, tornarono diverse persone del passato. In parte in modo naturale, in parte perché lei stessa alimentò quest’onda, quando ne colse il senso.

Cambiare vita: era la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo

cambiare vita blog novel 55Ci sono diversi cicli nella vita. Alcuni si intersecano tra di loro e ci riguardano tutti in maniera universale – la dentizione, la pubertà, la menopausa/andropausa, e via dicendo. Altri sono soggettivi e ognuno è chiamato a conoscere i propri.
È anche possibile che, tra tutti i cicli che viviamo, ogni persona per qualche misteriosa ragione abbia più percezione di alcuni di essi e meno di altri. Maria vive con intensità e profondità il ciclo dei sette anni.

Nel periodo del percorso Il valore del femminile, era proprio nella transizione da uno di questi cicli al successivo. E uno dei temi che più caratterizzava tale fase era proprio il femminile.

Intuiva chiaramente che era il momento di affrontare una serie di personaggi del passato, sia interiori che in carne e ossa. Per prendere coscienza del rapporto che lei nel tempo aveva maturato con ognuno di essi, e della specifica energia che ne scaturiva.
Si trattava di figure che, per vari motivi, avevano rappresentato molto per Maria. Dunque si configuravano come tasselli fondamentali del suo personale puzzle simbolico, veri e propri pezzetti della sua anima.

Persone tasselli della nostra anima…

Incontrò una di queste persone nell’ambito di un solenne evento mondano a Tarquinia – a ben centocinquanta chilometri da casa sua! Il 13 agosto. Il 14 ci sarebbe stato il primo seminario del percorso con le donne.

Erano i giorni delle antiche Idi di Diana, dunque anche il macrocosmo partecipava ampiamente alla sincronicità.
E non solo con la data! L’evento aveva luogo nel più grande tempio etrusco d’Europa, dunque un enorme luogo sacro eretto in onore del femminile.

In breve, Maria si aprì alla possibilità di ricevere nuovi input dal passato, soprattutto riguardo a eventuali questioni rimaste in sospeso. Temi su cui era ancora necessario fare luce o relazioni non onorate fino in fondo. Dalla prima all’ultima di queste esperienze, la vita sembrò risponderle in un unico modo: mostrandole che aveva definitivamente chiuso con certe dinamiche. Che aveva fatto un buon lavoro, che ci aveva visto giusto e che si era mossa nel migliore dei modi.

Bilanci

Nel suo più intimo bilancio, al posto dei pentimenti, dei rancori e delle remori che temeva, Maria scoprì solo serenità, gratitudine e gioia di vivere. Poteva procedere tranquilla: era giunto il momento di rimettersi lo zaino in spalla e di andare avanti per la sua strada, perché non stava lasciando niente di irrisolto alle sue spalle – circostanza che, con precisione matematica, genera sempre un blocco, un impedimento o una difficoltà nell’avanzare.
Una delle conferme più potenti le arrivò il giorno di una celebrazione: era pronta a partecipare, lo voleva, si sentiva tranquilla e pacifica come un samurai al cospetto di se stesso.
Beh, le cose si mossero in maniera tale che, alla fine, sua madre posticipò il festeggiamento del suo compleanno facendolo coincidere proprio con lo stesso giorno della sua presunta battaglia interiore: due feste si sovrapponevano e per Maria significava che non c’era più alcuna battaglia da combattere, poteva godersi la vita e basta 🙂

Ilaria Cusano

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Blog Novel 44

Published on Gennaio 29, 2016Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
blog novel 44

Blog Novel – 44ª puntata

blog-novel-44***Ehi, hai visto che c’è il nuovo sito dell’Accademia Professionale? Visitalo subito: www.ilariacusanoacademy.com

A questo genere di percezione, di senso di appartenenza e di cittadinanza, è necessario educarsi. E bisogna farlo in modo indipendente e con un ampio uso della propria volontà personale.

L’ambiente in cui viviamo non è in grado di formarci in questo. Non è portatore di tali sensibilità e competenze.
Lo potrà essere in futuro, nella misura in cui ognuno di noi si spenderà perché ciò accada. Ma per adesso le famiglie, le scuole, i gruppi di amici, le associazioni, le aziende, i media e le istituzioni in linea di massima non trasmettono questo genere di messaggi, né tanto meno di coscienza.

Nell’ultima associazione che Maria gestì, durante l’assemblea dei soci veniva organizzato un servizio di facilitazione della comunicazione. Uno strumento formidabile in termini sia umani sia produttivi, ma che purtroppo viene utilizzato da pochissime realtà. Vere e proprie mosche bianche in un territorio di individui che a mala pena ne hanno sentito parlare.

Questo vale per molte altre tecniche, che o non vengono né conosciute e proposte, né tanto meno usate e valorizzate. Spesso capita che vengano usate solo per cavalcare un trend, come quello di accaparrarsi una fetta dei mitici fondi europei. Ossia per degli scopi fondamentalmente sbagliati: per manipolare e strumentalizzare, invece che per auto-educarsi. Il che, di nuovo, è indice di un basso livello di coscienza, e di certo non può creare né risultati né sviluppo.

L’insegnamento del seminario sulla cooperazione

Durante il terzo seminario del gruppo di donne, era emersa una importantissima verità. La cooperazione ha bisogno di tempo, di relazioni vere, di scambi reali, di una profonda condivisione di intenti, di un sentire radicato. Di una coscienza di base e di formazione, una formazione che prima di essere rivolta ad altri deve essere sempre rivolta a se stessi.

Sii il cambiamento che tu vuoi vedere nel mondo

diceva Gandhi. Abbiamo ancora moltissimo da imparare da questo.

Ciò che a Maria premeva comunicare al gruppo di donne era un messaggio: «Se sentite una comunione di base – perché in verità l’alleanza tra le anime ha origine in un luogo assai antico e ancestrale – attivatevi. Tenetevi in contatto, mantenete vivi i vostri scambi, incontratevi, telefonatevi. Scrivetevi, chattate, ma alimentate la relazione. Mettete energia e concretezza nei rapporti che vi nutrono, stimolano e ispirano. A volte basta anche solo un piccolo soffio per mantenere vivo un fuoco che ha braci a sufficienza sotto. Ma quel soffio va prodotto, indirizzato e scelto.

[inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=””]Nulla può entrare nel nostro spazio se noi non lo permettiamo[/inlinetweet], neanche i rapporti e le collaborazioni che ci entusiasmano».

Come diceva Gaber, libertà è partecipazione

blog novel 44Al termine della terza giornata, il gruppo fece un giro di comunicazione con il bastone della parola – uno strumento che consente a ognuno di poter parlare senza interruzioni, commenti e sovrapposizioni da parte degli altri: le partecipanti furono invitate a condividere con il gruppo ciò che nella loro vita aveva valore.
Ecco ciò che venne a galla di comune a tutte:
– la sensibilità;
– il rapporto con la natura e il rispetto della sua ciclicità;
– il benessere fisico, psichico e spirituale;
– l’accettazione dell’ombra, intesa come alcuni ambiti particolari della vita: l’aspetto materiale, le crisi, il confronto con la diversità, il vuoto, il ristagno e il silenzio.

Diversi valori in comune, quindi!
Ora andavano coltivati, e questa era una precisa responsabilità delle partecipanti, una decisione che solo loro potevano prendere e portare avanti con il libero arbitrio; Maria aveva messo a disposizione risorse e strumenti, ma questo non era un suo campo di pertinenza, era il momento di lasciar andare e di riprendere le redini dell’unico suo impegno: portare a conclusione il percorso formativo indirizzandolo verso l’ultimo seminario, quello sulla leadership condivisa.

Ilaria Cusano

PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: www.ilariacusanoacademy.com Ci vediamo di là!

 

Comunicazione digitale

Published on Luglio 12, 2015Gennaio 30, 2022 by Ilaria Cusano
comunicazione digitale web internet social media

Comunicazione digitale: parli con una persona o con un software?

[Stai superando il limite?]

comunicazione digitale web internet social media

***Ehi, hai visto che c’è il nuovo sito dell’Accademia Professionale? Visitalo subito: www.ilariacusanoacademy.com

A proposito di comunicazione digitale, qualche giorno fa, nella relazione con alcuni personaggi noti e da me indubbiamente stimati, mi sono resa conto di una sensazione particolare che provavo. Penso fosse dovuta al fatto che il rapporto è veicolato da Internet e da dei computer. Avevo la netta percezione di stare relazionandomi più con dei software che con degli esseri umani in carne e ossa.

Nel film “Lei”, di Spike Jonze, il protagonista si innamora del suo avanzatissimo sistema operativo. Sistema operativo che comunica tramite una voce femminile ed è dotato di una forma di intelligenza artificiale. Esso impara dall’esperienza e sviluppa le doti relazionali alla velocità della luce. Trattandosi di una macchina, si tratta solo di informazioni che vengono processate, nient’altro. Non ci sono vita, emozione, magia; solo input e output, circostanza e risultato. Lui, però, l’uomo in carne e ossa, viene rappresentato come un individuo solo, alienato, con una scarsa percezione della differenza tra realtà e fantasia. E, come un uomo, alla fine destinato a soffrire.

[inlinetweet prefix=”” tweeter=”IlariaCusano” suffix=”null”]L’amore transita anche attraverso pc e ADSL?[/inlinetweet]

La mia esperienza nella comunicazione digitale mi dice di sì. E anche a dei livelli che molti anni fa avrei reputato fantascientifici!
Nel corso del tempo mi sono ritrovata a scoprire che l’affetto, l’ispirazione, l’empatia, la simpatia, la vicinanza emotiva e il supporto possono sicuramente essere veicolati anche tramite e-mail, tweet, foto, video e messaggi su WhatsApp. E possono giungere ai/al destinatari(o) non solo come parole e immagini, ma anche come intento ed energia. Bisogna esercitarsi su dei canali in parte diversi rispetto alla comunicazione faccia a faccia. Sviluppare della capacità un po’ differenti. Ma alla fine il risultato c’è: la comunicazione può funzionare anche dal punto di vista femminile (pancia e cuore, affetti e sentimenti) oltre che maschile (impulsività e razionalità, istinti e calcoli).

Il problema, secondo me, si crea quando dall’altra parte non c’è una persona, ma un software.
Ci sono, infatti, alcuni programmi che permettono di automatizzare l’invio di messaggi. Cioè, se mi viene in mente un post da pubblicare su Facebook, per esempio, attraverso alcuni software posso programmarne la pubblicazione perché avvenga tra tre giorni a una certa ora, invece che nel momento in cui sento che è giusto, opportuno.

Per i professionisti è comodo perché si automatizzano delle azioni che, diversamente, richiedono la propria presenza in un determinato posto e momento. Se è il software a pubblicare il mio post, nel frattempo posso stare sotto la doccia o al mare.
Eppure io sento che, quando qualcuno comunica in questo modo, a me la relazione con lui/lei non interessa più. Perché non mi tocca, non mi muove niente dentro, mi giunge fredda e arida come il metallo. Come i numeri del sistema binario, come il vuoto.
Non c’è più amore, c’è solo tecnica. A nessuno importa della tecnica. Tutti vogliamo vivere, appassionarci, amare, emozionarci, toccare ed essere toccati.

Io ho scelto questo:

1) Dell’aspetto umano, nella comunicazione digitale, mi occupo io in carne e ossa, sempre; dietro alle e-mail, ai post, agli articoli, ai video, la base di tutto sono io come persona intera, fatta di corpo, mente e anima. Posso delegare la strategia SEO e il monitoraggio delle visite e conversioni (gli aspetti più tecnici), ma al resto desidero dedicarmi io, dall’inizio alla fine, anche se questo vuol dire rimandare una doccia o una nuotata, perché voglio intessere relazioni tra esseri umani e non tra software.

2) Tecniche e strategie vanno bene, funzionano e sono utili per tutti, ma senza un intento amorevole e un sentimento non hanno assolutamente nessun valore, né umano né economico né sociale – niente di niente. L’unica comunicazione che vale è quella da cuore a cuore, e non si può implementare con delle tecniche e delle strategie perché, a dispetto di quel che pensano molte persone, io so che nessuno di noi può essere manipolato: tutti scegliamo in chi e in cosa credere in base all’esperienza che intimamente ne facciamo, e se da cuore a cuore non succede niente, il rapporto dura ben poco, perché di fatto VALE ben poco.

3) Le dinamiche della comunicazione sono uguali dentro e fuori Internet, profondamente non ci sono differenze: il grado di disponibilità, coinvolgimento, partecipazione, così come le caratteristiche che noi mettiamo in campo in rete sono le stesse che ci appartengono in quanto persone. Solo la modalità comunicativa cambia (se uso un pc uso anche più parole, di persona in certi casi posso affidarmi a uno sguardo, per esempio), le informazioni sono le stesse, perché sono quelle che possono “andare in onda” attraverso di noi, in base a come siamo fatti e a come funzioniamo.

4) Esprimersi è diverso da relazionarsi, parlare non è la stessa cosa che dialogare: per esprimersi e per parlare non occorre nessuna reciprocità, così come per guardare da fuori e per prendere da qualcuno. A me interessa relazionarmi e dialogare, stimolare la partecipazione, il confronto e lo scambio; è questo l’obiettivo della mia comunicazione.
Mettermi in mostra, fare lo show, essere la prima ballerina e l’unica al centro dell’attenzione non mi interessa; ho avuto molte volte queste opportunità, le ho colte tutte, ho vissuto queste esperienze e ho scoperto che non mi lasciano nient’altro che un ego sempre più grosso, il che non fa parte delle mie priorità, il mio ego è già grosso abbastanza, non occorre alimentarlo ancora.

5) Penso sia importantissimo essere coscienti di cosa lasciamo, ogni giorno, alle generazioni future. Io ci tengo a mettere a disposizione più possibilità e canali comunicativi (di persona, tramite Internet, da vicini, da lontano, in silenzio o servendosi delle parole, etc.), ma ci tengo anche che alla base di ognuno di essi ci siano delle persone con tutte le caratteristiche che fanno di un essere un Essere Umano.

Per questo, nei miei corsi di formazione di life coaching, che si tratti di seminari di gruppo o di percorsi personalizzati, io riservo sempre un posto d’onore alla comunicazione in generale, e alla comunicazione non verbale in particolare, così come al dialogo con il proprio corpo (vedi yoga e seminario sul corpo come grande maestro) e con la natura (vedi formazione outdoor): perché in questi tempi così tecnici e tecnologici, per rimanere umani, dobbiamo dedicarci a questo, proprio come i più visionari ci hanno avvisati decenni fa tramite i film di fantascienza. Adesso ci siamo, siamo nella fantascienza. Comportiamoci di conseguenza, nella consapevolezza, nella bellezza e nell’amore, e tutto andrà bene.

Ilaria Cusano

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Scopri di più sui miei Social

https://www.youtube.com/watch?v=BmYo-uaCAHQ

 

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