I segreti della produttività per una Life Coach

Nel nostro caso specifico, Life Coach Spirituale e Sex Coach

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Sono passati diversi anni, ormai, da quando nel 2016 iniziai quest’avventura di aiutare le donne sensibili, creative e apparentemente folli, a lavorare come Life Coach. Era il 2016, per l’esattezza, quando creai la prima versione della formazione professionalizzante in Life Coaching Spirituale – poi si è evoluta in una versione migliorata. E nel 2020, dopo successi e riconoscimenti decisamente incoraggianti, in questo ambito, ho dato vita a quella per diventare Sex Coach.
Oggi, effettivamente, il mio lavoro consiste soprattutto in questo: formare prima professioniste e poi imprenditrici.

Avendo avviato la mia carriera nel lontanissimo 2005, so bene quante sfide e difficoltà si trova a dover fronteggiare e superare la donna che decide di intraprendere questo percorso professionale:

  • la paura di non arrivare a fine mese;
  • il disagio di dover trovare nuovi clienti di continuo;
  • le discriminazioni ancora molto presenti, nei confronti di chi ha un business in un settore ritenuto insolito, strano, per alcuni persino sbagliato;
  • e la mancanza di formazione da parte da famiglia di origine e scuola, che invece di educare alla competenza, al successo e all’indipendenza, spesso ancora oggi educano più alla faciloneria, al fallimento e alla dipendenza.

Purtroppo dobbiamo fare i conti con questa realtà, non possiamo sfuggirla; è talmente tanto estesa che possiamo solo farcene carico e contribuire a trasformarla. Come? Una persona alla volta, a partire da noi stesse.

migliorare produttività life coach spirituale sex coach

Agenda, abitudini e women power

Quest’estate ho realizzato un piccolo progetto che però rimarrà come un utile patrimonio a disposizione di chiunque ne abbia bisogno: delle rubriche su Instagram. Tre nel mio account @mercantedestasi e una in un altro account, @femellealphaofficial.

Le tre che ho creato nel mio account (le trovi tutte nella sezione IGTV e le riconosci dalle copertine, sono divise in serie) sono su

  1. gestione dell’agenda,
  2. settaggio delle abitudini, per la routine quotidiana,
  3. e potenziamento femminile.

Quella che ho ideato per Femelle Aplha Official, invece, consiste in una serie di interviste a vari tipi di imprenditrici spirituali.

Ho optato per questi specifici temi perché penso si tratti dei quattro “punti cardinali” della produttività.

L’uso e il controllo dell’agenda

Hanno a che fare con il diventare padrone del nostro tempo, col non farcelo rubare più da nessuno. Con lo smettere di sprecarlo in attività e relazioni che ci prendono senza darci. E col fare pace con il fatto che abbiamo tutto il diritto di essere le uniche proprietarie del nostro tempo. E’ la nostra vita e ne abbiamo una sola. O meglio, quelle che verranno dopo dipenderanno moltissimo da come viviamo questa attuale 😉
La rubrica sull’agenda aiuta a prendere il controllo del tempo.

La determinazione delle nostre abitudini

Dice chi siamo, di che stoffa siamo fatte e, soprattutto, chi intendiamo diventare. Le scelte di vita sono fatte di responsabilità e azioni – non solo di sogni e desideri, come nelle favole. Di sostanza, oltre che di apparenza. E noi donne dobbiamo farcene carico. Non possiamo realizzarci e conquistare un posto nella società, spendendo le nostre giornate a farci i capelli e il trucco, nello shopping o cucinando o rassettando casa. A meno che non sia qualcuna di queste attività il centro nevralgico dello scambio di valore che intratteniamo col mondo.
In questo senso, la rubrica sulle abitudini è un supporto per decidere quali coltivare, e per farlo davvero.

E da qui, il mindset delle donne

Troppo spesso si sposta l’attenzione sul ruolo che gli uomini giocano, nell'”inclusione” delle donne. Come se non fossimo già parte naturale della società; come se qualcuno dovesse farci posto, aprirci la porta e invitarci a entrare. Ma non è affatto così: questa è anche casa nostra, nessuno ci deve “includere”, noi ci siamo già. Il problema vero è la mentalità della donna stessa – non di tutte ma di molte. Che con questo atteggiamento, e una serie di credenze e convinzioni a volte limitanti e a volte veramente distruttive, manca il punto.
Per questo ho voluto creare un’intera serie a tema Women Power; mi auguro sia utile e di supporto.

Infine, l’ispirazione

Come faremmo se non potessimo volare alto, sognare realtà che per noi magari richiederanno anni di lavoro, ma perché no? Come faremmo se non incontrassimo altre persone che ce l’hanno fatta e ci raccontano la propria storia? Persone a cui brillano gli occhi, che emanano quell’energia di gioia, soddisfazione e allegria che anche noi desideriamo tanto incarnare. Le persone che ci ispirano, con dei racconti veri e personali, sono un tassello fondamentale della nostra realizzazione. Per questo ho voluto intervistare tante imprenditrici spirituali, operative in vari settori, che con la loro sola esistenza sanno testimoniare una cosa semplice ma potentissima:

Se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu. Ora ti racconto come.

Guardati queste live, tagga sotto a ognuna tutte le altre sorelle, amiche o conoscenti che hai e che hanno bisogno dello stesso supporto – forse gratuito perché, lo so bene, non è detto che ci si possa permettere un’intera formazione personalizzata – e poi fallo. Chissà che un giorno non sarai anche tu una delle imprenditrici spirituali di successo che intervisterò 🙂 Lo spero proprio. Se vuoi collaborare con me parti da qui: dall’aiutare l’autostima delle donne aiutando prima di tutte te stessa.

Ilaria Cusano

PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: ac.ilariacusano.it Ci vediamo di là!

Soft skill e hard skill: differenze

Tante hard skill, troppe poche soft skill

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Partiamo dalle basi: le hard skill sono le competenze tecniche, le soft skill sono le competenze relazionali.
Oggi stiamo vivendo il frutto e le conseguenze della formazione di vent’anni fa: quando si puntava ancora moltissimo alla specializzazione, all’Information Technology, al saper fare, e ancora non si era compreso appieno il (maggior) valore del saper essere.

Il mondo però, si sa, va più veloce della scuola. E così è successo che, nell’arco di vent’anni, ce ne siamo resi conto eccome, del fatto che le soft skill contano e valgono di più delle hard skill. Ma, nel frattempo, la maggior parte di noi si era formata in una serie abilità completamente tecniche – troppo tecniche. E, soprattutto, intorno a questo tipo di formazione si era strutturata un’intera personalità, spesso fredda, arida, per niente empatica, prima di sensibilità e attitudini umane. Il che rende molto difficile anche aggiornarsi.

Nel corso di 15 anni di carriera, mi è capitato tantissime volte, ormai, di trovarmi impossibilitata a portare avanti delle collaborazioni proprio perché dall’altra parte mi capitavano dei soggetti incompetenti. Partiamo dal presupposto che, nella maggior parte dei casi, anche le competenze tecniche vanno costantemente aggiornate, riviste, migliorate; per una semplice questione di avanzamento tecnologico, che oggigiorno procede rapidissimo. Quindi già da quel punto di vista dobbiamo tutti essere costantemente pazienti – con gli altri e con noi stessi. Se poi, allo stesso tempo, la persona manca di una valanga di competenze relazionali, ecco che una partnership rischia di diventare una tortura 😀

Scherzi a parte, il punto fondamentale è che una persona con scarse capacità relazionali non può produrre in alcun modo neanche risultati soddisfacenti. Per non parlare dell’esperienza umana, che di solito si rivela deprimente.

soft skill e hard skill narcisismo
Ph. by The Brandery – Pedro Almodòvar y Penélope Cruz por Norman Jean Roy. VANITY FAIR 2009

Esempi semplici di soft skill e narcisismo

Ora ti voglio fare una serie di esempi di soft skill semplici; perché mi sono accorta che spesso parliamo di abilità relazionali complesse, raffinate. Mentre, nella mia esperienza concreta, l’aspetto disarmante è che la maggior parte delle risorse umane è priva anche delle più semplici. Vediamone alcune.

  • La capacità di dire quando c’è un problema.
  • La capacità di chiedere aiuto.
  • Il sapersi organizzare.
  • Il sapersi tenere impegnati in una certa attività, per il tempo necessario a completarla.
  • Saper lavorare sodo, tutte le ore che servono e con costanza e concentrazione.
  • Il sapersi rendere conto delle proprie carenze, e assumersi la responsabilità di formarsi per colmarle.
  • Saper dialogare apertamente con gli altri, confrontandosi con schiettezza e umiltà.
  • Il saper dare la propria opinione all’interno di un team, ove richiesto o necessario.
  • Saper promuovere il proprio prodotto/servizio agli amici, conoscenti, colleghi e parenti.
  • Il saper rispondere a una comunicazione per tempo, rispettando le scadenze.

Tutte queste capacità, come puoi vedere, non sono da super figa mega-galattica dea dell’universo; ma solo da persona seria, matura, che ha saputo crescere e imparare dalle proprie esperienze. Che sa comportarsi con educazione e professionalità. E questo, ahimè, nel mondo di oggi manca e in misura disarmante.

L’aspetto più inquietante, però, è che credo abbia moltissimo a che fare con il preoccupante dilagare di tutte le varie forme di narcisismo. Tra gli uomini e tra le donne – perché è diffuso tra tutti proprio per effetto della spinta di condizionamenti sociali che agiscono su ognuno di noi, non solo su alcuni.
Approfondiamo meglio.

Mancanza di soft skill e narcisismo: che connessione c’è?

Le forme di narcisismo sono 5, in tutto, mi sembra. Ciò che le accomuna, però, è

  1. la poca sensibilità umana;
  2. una relativa incapacità a entrare in empatia;
  3. e la chiusura a qualsiasi forma di sentimento, anche le più basilari della semplice umanità.

Al di là degli aspetti psicologici più profondi e di eventuali traumi infantili, di cui non tratto perché non è il mio campo, ciò su cui tutti possiamo agire è la vanità.

Quando ci rendiamo conto di essere troppo focalizzati su noi stessi, sulle nostre esigenze e convenienze, e di non pensare minimamente agli altri e alle loro esigenze e convenienze, stiamo agendo troppa vanità. E questo, paradossalmente, ci farà perdere delle opportunità, invece che guadagnarle.
Idem al contrario: ogni volta che ci accorgiamo di avere a che fare con una persona orientata in questo modo, dobbiamo imparare a privarci della sua “collaborazione“: tenerla aperta finirà per nuocerci. Le persone troppo vanitose non hanno nessun potenziale di costruire qualcosa di veramente utile e di valore, men che meno sul lungo termine.

Anche sul lavoro servono affettività e sentimenti; chi non sa coinvolgersi e coinvolgere su questi livelli può millantare, promettere, promuoversi come un figo o una figa, ma finisce puntualmente per deludere e fallire. Manca proprio di ingredienti basilari per il successo; meglio liberarsi quanto prima, per avere spazio per l’arrivo di qualcuno di migliore.
E, ogni volta in cui ci rendiamo conto che siamo noi ad aver preso una brutta piega, il mio consiglio è di farsi un periodo in cui si mette la vita affettiva al primo piano. Per recuperare, così, il senso della realtà.

Ricordati: per avere successo devi seguire sempre questa scaletta di priorità:

  1. al primo posto c’è la buona salute;
  2. al secondo, il benessere affettivo;
  3. e al terzo il successo professionale.

Sempre. Tutto il resto è devianza.
Anche se sono in centomila a mettere in atto questa devianza, sempre devianza è.
E la devianza porta sistematicamente a malessere psicologico, perversioni e/o criminalità.

Ilaria Cusano

PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: www.ilariacusanoacademy.com Ci vediamo di là!

La leadership emozionale strategica

Leadership emozionale strategica: che spunti posso darti

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Ed eccoci all’ultimo della nostra serie di sei articoli sull’imprenditoria spirituale. Oggi parliamo di leadership emozionale strategica.
Se non hai ancora letto gli altri cinque articoli già pubblicati, eccoteli tutti qui:

  1. Come creare un business online
  2. Business online più redditizi, quali sono
  3. Sviluppare la carriera lavorativa: strategie
  4. Project Leader vs Project Manager, di cosa si occupano
  5. Cos’è la leadership assertiva e come si applica
  6. Ci sei

Come sempre, sai che, sebbene trovo sia una cosa utilissima per alcuni, personalmente non amo fare i riassunti dei libri degli altri.
Il meglio che posso trasmettere è di certo il frutto delle mie esperienze imprenditoriali, piuttosto che quello dei miei studi.

Per il semplice fatto che mi sono arricchita, divertita e formata molto di più grazie alla mia propensione a fare impresa, piuttosto che tramite le letture. E poi, diciamo una grande verità: per studiare, io fagocito quantità impressionanti di podcast e video-corsi, mentre coi libri poca roba – solo romanzi prima di dormire, sennò sono troppo statici, non sopporto di stare così tanto tempo ferma 😉

Leadership emozionale: cos’è

leadership emozionale strategica

Prima di passare alla leadership emozionale strategica, vediamo un attimo cosa intendiamo quando parliamo di leadership emozionale.

Sicuramente parliamo di un modo di guidare, ispirare e motivare che ha a che fare con le emozioni.
Non solo che prende in debita considerazione il ruolo cruciale che esse giocano nell’entrare e nel rimanere in azione delle persone. Ma che ne fa il centro del motore della relazione.

Numerosissime ricerche scientifiche, ormai, hanno dimostrato più volte quanto le emozioni sono ben più determinanti di qualsiasi dato, informazione, ragionamento o valutazione, nel nostro processo decisionale. E sono sicura che anche nella tua esperienza personale hai notato spesso che le persone che prendono decisioni migliori sono quelle che stanno meglio dal punto di vista emotivo.

Un leader che opta per una modalità soprattutto emozionale è una guida consapevole di tutto ciò: di come funzioniamo tutti noi esseri umani. Del fatto che, anche nell’ambito degli obiettivi più materiali che ci poniamo, ciò che vogliamo, infine, è sentirci in un certo modo. E anche del fatto che, pure nel processo di conseguimento dei risultati stessi, tanto si starà meglio emotivamente, più sarà probabile, agevole e piacevole arrivare dove si desidera.

Leadership emozionale con strategia

Ora pensa a tutta questa arte di utilizzare le emozioni per guidare, ispirare e motivare gli altri, ma con strategia.

A volte siamo fortunate e ci imbattiamo in persone – collaboratrici o clienti, nel mio caso – che ci sanno dire con chiarezza dove vogliono arrivare; anche in termini emotivi. Ovviamente è molto meglio chiederglielo apertamente.
Come ti vuoi sentire?
Quali sensazioni ed emozioni non vuoi più provare, o comunque vuoi provare più raramente possibile?
E quali, invece, vuoi potenziare, vuoi portare sempre di più nelle tue giornate?
Una comunicazione del genere aiuta moltissimo, nell’impostazione iniziale del rapporto.

Personalmente utilizzo tutto ciò sia con i miei clienti che scelgono me come Life Coach Spirituale o Sex Coach; sia con le persone che si formano con me proprio per diventare leaderLife Coach Spirituali e Sex Coach per donne, oppure Networker Professionisti nel mio team di Master Business.

Se hai una sensibilità particolare e magari loro non te lo sanno dire, quale stato emotivo desiderano perseguire attraverso l’attività che hanno scelto, puoi capirlo anche da sola. Tutti mandano dei segnali, in tal senso: all’interno di conversazioni su altro, nella comunicazione non verbale, anche tramite piccole osservazioni apparentemente insignificanti, spesso. Gli scopi emotivi, a un certo punto della relazione, emergono, si rivelano. E allora tu puoi usarli.

Per fare cosa?

  • Per ispirare, motivare e guidare chi ti ha scelta come leader.
  • Con l’obiettivo di aiutare quelle persone a raggiungere gli scopi – in primis emotivi, come dicevamo – che loro stessi ti hanno indicato come massimo desiderio.
  • E per farlo in uno dei modi più efficaci in assoluto; cioè usando la “regina” delle strategie, che è proprio l’arte di operare delle vere e proprie alchimie emotive.

Non aver paura o remore a usare tutto il tuo potere femminile, quando nel tuo cuore sai che sei mossa dall’amore; che l’unica cosa che vuoi fare è del bene. Il mondo ha terribilmente bisogno di persone come noi 🙂

Ilaria Cusano

PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: www.ilariacusanoacademy.com Ci vediamo di là!

Cos’è la leadership assertiva e come si applica

Leadership assertiva: non si finisce mai di imparare

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Ciao a tutte! Questo sulla leadership assertiva è il quinto di una serie di sei articoli. Se ancora non sapevi dell’esistenza degli altri, eccoli. Ti consiglio di leggere prima questi, e in ordine, perché ti daranno veramente una base formativa utile. Per avviare un lavoro in proprio, lavorare da casa con un business online, e queste cose qui.

  1. Come creare un business online
  2. Business online più redditizi, quali sono
  3. Sviluppare la carriera lavorativa: strategie
  4. Project Leader vs Project Manager, di cosa si occupano
  5. Ci sei
  6. La leadership emozionale strategica

Detto ciò, perché ho esordito con non si finisce mai di imparare?

leadership assertiva

Perché, per quanto dopo 15 anni di brillante carriera da leader, è abbastanza ovvio e naturale che io abbia almeno qualcosina da trasmettere e raccontare su questo tema, ciò che ho da apprendere è sicuramente un miliardo di volte di più. L’ho sempre pensato e credo che lo penserò per sempre.

E’ impressionante: la leadership, anche quando fa totalmente parte di te, anche quando riconosci che eri una leader ancor prima di aver scoperto l’esistenza della parola stessa, resta un’enormità, una roba profondissima, un mare magnum dove tu sei sempre minuscola e piccolina.
Ora che ci penso, forse è proprio questa la mentalità di base per iniziare a mettere all’opera una leadership assertiva 😉

La leadership è una competenza che va agita

Mi è sempre piaciuta un sacco, la tematica della leadership, perché ha a che fare con l’azione.

Certo, sono stati scritti libri, personalmente mi cibo di una quantità impressionante di audio-corsi e audio-libri, su questo argomento, ma comunque ciò che impari lo impari agendo, non studiando. Lo studio può ispirarti, ma devi sempre agire, rapidamente e tanto; fare numeri. A livello di test, aggiustamenti, persone, esperimenti, idee creative: più sono e meglio è, sempre, è matematico.
Non per tutto è così; ma per la leadership secondo me sì.

La leadership, lo sappiamo, ha a che fare con la capacità di influenzare gli altri – positivamente, si spera. Ma penso che ogni leader creda nella positività di ciò che fa, in fondo. Quello che si fa un po’ più fatica a mettere a fuoco, invece, forse è questo punto: che la base sincera, pura, genuina non sta tanto nel desiderio di avere un qualche tipo di potere sugli altri, ma nel piacere di aiutarli. Di rendersi un buon esempio per ispirarli, guidarli, avere un impatto benefico sulle loro vite.

Sarà una vocazione, un piacere, una gioia, o magari la risposta a qualcosa che a noi è mancato, e ci ha fatto stare male, ci ha causato dei problemi. Ma comunque il desiderio primario è quello di essere una presenza positiva nella vita degli altri, di fare la differenza per loro.
I modi sono tanti, ma bene o male questo è il minimo comun denominatore che accomuna tutti coloro che vogliono sviluppare abilità da leader.

Leadership assertiva

Qui la questione, per come la vedo io, si ramifica in due grandi tematiche.

  1. Per esercitare un livello di leadership assertiva sufficientemente convincente per gli altri, dobbiamo far sì che essa risulti sufficientemente convincente anzitutto per noi stesse. Una volta che avremo persuaso noi stesse, delle nostre doti di leader, allora ti assicuro che a chiunque altro risulteremo assolutamente assertive 😉 Siamo noi i giudici più spietati di noi stesse, e da un certo punto di vista è bene che sia così: almeno ci creiamo un valido banco di prova per temprarci, rafforzarci e consolidare le nostre capacità.
  2. L’assertività, però, ha a che fare anche con delle competenze nella comunicazione. E qui, chiaramente, bisogna voler trasmettere qualcosa (un messaggio, una modalità operativa, delle opportunità, una guida), affinché questo “passaggio di energia” si realizzi. Altrimenti, dentro possiamo avere tutta la saggezza di questo mondo ma, se non ci occupiamo di veicolarla, resterà per sempre lì: dentro. Il che fa un po’ tristezza, tra l’altro, se ci pensi.

Spero di averti dato qualche spunto utile. Il tema leadership è veramente stratosferico, potremmo parlarne per anni; per cui ho cercato più che altro di esprimere qualcosa di originale che sicuramente non puoi trovare in nessun libro, articolo o contenuto altrui.
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti e, se vuoi valutare l’eventualità di collaborare con me, in qualche modo, sappi che formo leader in tre diverse “vesti”:

Un grande abbraccio da parte mia, e tutta la fortuna del mondo! Che tu possa avere il successo più brillante e spassoso che riesci a immaginare 🙂

Ilaria Cusano

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Leadership femminile e maschile, differenze

Leadership: storie interessanti

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Da qualche anno mi sto dedicando sempre di più a formare leader. Prima solo come Life Coach Spirituali, dall’anno scorso anche come Sex Coach e Ambassador di Master Business. Oggi inizio ad avere uno storico piuttosto significativo per notare alcune distinzioni interessanti tra la leadership femminile e quella maschile.

leadership femminile
Ph. by Exchanges Photos

Cosa utilissima se ti vuoi conquistare un posto (sicuro) nella società di oggi – e di domani. Perché, per come stanno andando le cose nel mondo del lavoro, attualmente se non diventi un leader sei fottuto. Detto in estrema sintesi 😀

Dal punto di vista spirituale è altrettanto interessante: dalle prime sperimentazioni della democrazia, le anime hanno iniziato a unirsi sempre di più. Più andiamo verso il passato (del patriarcato ma non solo, in realtà) e più troviamo lotte, competizioni, guerre, domini e sottomissioni. Più ci avviciniamo al presente, invece, e più osserviamo il tentativo di avvicinarci, di allinearci, di compenetrarci. Attraverso la mobilità sociale e le strutture stesse dei sistemi. Ma che rispondono a una “chiamata” profonda: il richiamo all’unione, per l’appunto. Per lo meno, questa è una delle letture possibili.

Uomini e donne, però, nella ruota della storia (spirituale e sociale), non stanno attraversando la stessa fase. Anzi: sono in due cicli molto diversi, relativamente al rapporto con il potere. Approfondiamo un paio di aspetti fighi.

Le donne hanno bisogno di leadership

Ormai è imprescindibile. E tutte quelle che stanno decidendo di non assumersi questa responsabilità (storica) stanno tornando alla vita che faceva mia nonna. Che vergogna! Mi duole dirlo, ma la mia disapprovazione è totale. Rispetto ma disapprovo.

La società di oggi ha terribilmente bisogno di leader donne. Nell’imprenditoria e nelle famiglie. Nelle istituzioni e in politica. Leader che siano acculturate, formate in materie finanziarie, sociali, manageriali. E che sappiano farsi portatrici, ognuna con il proprio contributo unico e prezioso, del rinnovamento serio e profondo di cui le nostre comunità necessitano. Di sicuro in tutto l’Occidente; poi fuori non lo so.

Ma anche le donne stesse, per la propria evoluzione personale e di genere, hanno bisogno di abbracciare il potere. Di smettere di temerlo e di rifiutarlo; di cederlo e rinnegarlo. Hanno bisogno di imparare cosa significa assumersi questa responsabilità. Invece di rimanere delle bambine (o delle cretine, spesso) per una vita intera. Ma che roba è? Siamo nate per qualcosa di più importante! Negare il nostro potere, ostinarsi a non volercene fare carico, è un’offesa al nostro valore e alla nostra dignità.

Ecco, il dato più interessante che ho notato in questi anni è che le donne più mature, sagge e intelligenti, a prescindere dall’età che conta fino a un certo punto, hanno desiderio di leadership. Hanno colto lo spirito del tempo e sono entusiaste di cavalcare questa onda. Con curiosità, passione, gioia e grande propensione alla sorellanza.

Gli uomini sono stanchi di fare i leader, invece

Ho osservato anche questo. O sono proprio palesemente stufi; e lo manifestano con una sorta di riluttanza, di fatica, di resistenza nei confronti della leadership. Oppure sono propensi e interessati, ma curiosamente dimostrano di essere assai affascinati dalle modalità tipicamente femminili. Convenzionalmente associate più a leader donne, che non uomini. Come per esempio

  • la voglia di cooperare invece che di emergere;
  • di mettersi in rete e non più a piramidi;
  • di confrontarsi, scambiare, condividere, e sempre meno di dominare da un lato e obbedire dall’altro.
  • Ricercano molto l’affettività e la connessione, nei rapporti;
  • esprimono più facilmente le proprie emozioni,
  • e sono più aperti verso le opinioni femminili, e più sinceramente avvezzi a supportare le iniziative delle donne.

Non solo non è sempre stato così, ma

  1. fino a qualche anno fa, era rarissimo trovare situazioni del genere;
  2. e comunque anche adesso questi fenomeni hanno appena iniziato a verificarsi. Molti “mondi” navigano ancora in acque di tutt’altro tipo.

leadership femminile

A me però piace arrivare prima, osservare certi trend sul nascere, mentre prendono forma, e anticiparne le implicazioni. Porta molta fortuna saperlo fare, sai? 😉

E tu, che leader sei?
Se vuoi formarti anche tu con me, per diventare un o una leader della next-generation, ecco le 3 opzioni che hai a disposizione:
La formazione professionalizzante per lavorare come Life Coach Spirituale
Quella per diventare Sex Coach per Donne
Il programma di affiliazione di Master Business (MBA) per diventare Ambassador nel mio team

Ti aspetto a braccia aperte e con immensa gioia 🙂 Ci divertiremo insieme!

Ilaria Cusano

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7 lezioni di autostima per le donne

Il sessismo e la discriminazione verso le donne esistono ancora. Lezioni di autostima

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Le lezioni di autostima, secondo me, sono lo strumento migliore, per aiutare noi stesse e tante altre donne. Ogni giorno, infatti, chi più chi meno, ci troviamo a dover vivere delle vere e proprie guerre fredde il cui scopo, maschile e di una certa forma di potere in generale, è di minare alla base le possibilità di espressione femminile. Spesso anche in forma totalmente inconscia, sono ancora molte le forze che ostacolano una presa di potere anche da parte delle donne. O, in senso più ampio, l’emersione e il consolidamento di forme di leadership più femminili, anche da parte degli uomini.

lezioni di autostima

Non è una tragedia, in fondo è naturale: è semplicemente il frutto di una serie di abitudini molto ben radicate.
E’ difficilissimo cambiare modo di comportarsi e di pensare, quando per anni, decenni o addirittura secoli, “si è sempre fatto così”.
Quante volte abbiamo sentito questa espressione anche dentro di noi?

Finché le cose funzionano ha senso: “cavallo vincente non si cambia” – a proposito di proverbi.
Ma quello che sta succedendo oggi è l’esatto contrario: stiamo attraversando un cambiamento rivoluzionario, sull’equilibrio tra maschile e femminile, sul potere e sulla leadership, proprio perché oramai sono molte di più le cose che non funzionano che quelle che funzionano.

Oggi, quindi, condividerò con te le più importanti 7 lezioni di autostima femminile che ho acquisito io stessa in prima persona, in quindici anni di lavoro come Coach soprattutto con le donne.

Prima di procedere sul discorso ci tengo a farti sapere che al termine di questo articolo troverai una risorsa molto utile per migliorare e prosperare nel quotidiano a partire dalla tua salute fino ad arrivare, più in generale, al tuo benessere personale. Ma ne parleremo meglio dopo e adesso procediamo!

1) Prendi la parola

Non aspettare che qualcuno ti conceda il diritto di parlare; quando hai qualcosa da dire, prendi la parola e dilla. Nessuno ha il potere di darti lo spazio; solo tu ce l’hai, insieme alla responsabilità di farlo.

2) Resisti alla tentazione di rispondere alle provocazioni

Quando ti sembra di poterle utilizzare come opportunità di esternare qualche opinione, spunto o proposta preziosi, ben venga. Ma, siccome capita di continuo che qualcuno che vuole segarti le gambe o tarparti le ali lo faccia proprio tentando di metterti in difficoltà tramite delle provocazioni, tu evita di prestargli il fianco. Impara a incassare ma anche a lasciar andare rapidamente le energie negative degli altri. Anche quando provano a usarle per limitare te, tu ricordati che si tratta di loro energie negative, non tue. Lascia che tornino al mittente il più velocemente possibile.

3) Quando devi combattere, combatti

Non scappare, quando la vita ti mette alla prova. Affronta a testa alta le sfide che ti si presentano; attraversale ed escine più forte, consapevole e sicura di te. Lottare per ciò in cui crediamo, e che sentiamo vivo e vibrante nel cuore, è un atto onorevole, non volgare.

4) Ricordati che stai operando anche per le generazioni future

Per tutto ciò che riguarda il sessismo e la discriminazione verso il femminile, dobbiamo sempre tenere in mente che il segno che lasciamo nel mondo, nella cultura e società, non riguarda solo noi, ma l’intera umanità. Abbiamo ancora talmente tanta strada da fare, in questo ambito, da poter ritenere fondamentale il contributo di ognuno. Anche quelli che, a uno sguardo superficiale, potrebbero apparirci superflui, in verità non lo sono: sono preziosissimi. E lo stesso vale per il tuo contributo, naturalmente 🙂

5) Creati un cerchio di donne, per un supporto costante

Con gli uomini possiamo dialogare, crescere e collaborare meravigliosamente, in molti casi. Ma un uomo non potrà mai comprendere certe dinamiche e certi meccanismi sociali. Per il semplice fatto che non è una donna: in determinate situazioni non ci si è mai trovato. Si può mettere nei panni di una donna ma non sarà mai lo stesso che essere una donna. Fatti ascoltare, capire e consigliare da chi è nella condizione di farlo. E’ come per qualsiasi altra circostanza: se vuoi diventare ricca a chi vai a chiedere aiuto? A un povero o a un ricco?

6) Elabora escamotage concreti

Non limitarti alle conquiste intellettuali, su ciò che riguarda il potere femminile e il posto che ti spetta nel mondo. Pretendi da te stessa il passaggio dalla teoria alla pratica: sviluppa delle strade per far sì che le tante belle parole si concretizzino in risultati e dati di fatto concreti. Se vogliamo che certe acquisizioni rimangano, dobbiamo fare in modo che prendano corpo; che passino dallo stato etereo e impalpabile delle parole a quello solido e palpabilissimo dei fatti.

lezioni di autostima
Ph. by Greta Ferrari

7) Credi in te

Il tuo punto di vista, ciò che senti, pensi e credi; i tuoi valori, obiettivi e atteggiamenti non sono giusti o sbagliati. Non devono piacere a qualcuno, né ricevere l’approvazione di nessuno. E’ la tua identità. Non scusarti per essere chi sei; non sforzarti di diventare un’altra persona, o di far credere di essere diversa. Esprimi la tua unicità, valorizzala e potenzia quella. E’ la perla più preziosa che puoi donare al mondo e non c’è una sola ragione per cui tu debba vergognartene o ritenerla inadeguata. Datti credito, dai spazio a ciò che hai veramente dentro, fallo emergere, coltivalo, sviluppalo e potenzialo. I migliori lo apprezzeranno.

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Ilaria Cusano

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Leadership al femminile: come essere una vera leader

Leadership al femminile: esperienze di donne nel Life Coaching Spirituale

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Sulla leadership al femminile devo per forza fare una premessa importante. Indirizzo questo articolo soprattutto alle persone che hanno fatto la mia formazione professionale in Life Coaching Spirituale e a quelle che intendono farla – questa o quella per lavorare come Sex Coach. Ci tengo moltissimo a essere chiara su

  1. gli sbagli che possono essere evitati – sto scrivendo proprio nella speranza di poter contribuire in questo senso.
  2. E quelli che non possono essere evitati, perché parte del karma personale; di quell’insieme di lezioni soggettive da cui nessuno vi può proteggere – dovete passarci e vincere le vostre battaglie.
leadership femminile
Photo by Stefania D’Alessandro/WireImage

Una donna, qualche giorno fa, mi ha scritto chiedendomi cosa fanno, attualmente, le professioniste che si sono formate con me. Come hanno speso le nuove competenze acquisite. Ecco la risposta.
Una lavora come insegnante a scuola e in una cooperativa che offre sostegno ad adolescenti in difficoltà. Un’altra opera nel settore del marketing. Una fa la manager in un’azienda, nelle risorse umane. Un’altra lavora nel mondo dell’estetica e del fitness. Due fanno le Life Coach Spirituali, offrendo i propri servizi ai privati – almeno per ora (ultimamente ci è arrivata una proposta interessante da Apindustria, ma per adesso nulla è stato concretizzato). Altre due persone hanno abbandonato la formazione.

Parliamo quasi al cento per cento di donne. Alcune, quindi, hanno usato la mia formazione per aggiornarsi nella propria già solida professionalità, arricchendola. Altre, invece, desideravano lavorare proprio nel settore del Coaching e della crescita personale.
Tutte però, nessuna esclusa, erano o sono dovute diventare, almeno in una certa misura, delle leader.
E’ interessante parlarne perché, negli anni che verranno, moltissimi o accetteranno di dover fare questo salto di maturazione e responsabilità, oppure soccomberanno schiacciati dalle mutazioni in atto nel mercato del lavoro.

Quale contributo posso offrire io?

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I miei 3 più gravi errori da leader donna, e come ho rimediato

  1. Dare troppo spazio e tempo a persone che mi mostravano di essere incapaci di conseguire risultati soddisfacenti.
  2. Offrire comprensione a donne che si mettevano in competizione con me.
  3. Non tenere in sufficiente considerazione i soldi.

Questi sono gli sbagli più gravi in assoluto che io ho fatto nel corso della mia carriera, e che considero strettamente connessi alla cultura femminile all’interno della quale mi sono formata.

Mi era stato insegnato che tutti hanno un potenziale prezioso. Ma non che la stragrande maggioranza delle persone non si dedica a sufficienza a svilupparlo. Mi torna in mente la mitica frase degli insegnanti a scuola:

Non si applica.

E’ così. Ma, per quanto te ne puoi dispiacere, quando permetti che questa gente qui, che effettivamente non si applica, crei dei problemi a te (emotivi, mentali o persino di sopravvivenza), stai avendo un atteggiamento stupido. Beh, io l’ho avuto per lunghi anni.

Mi era stato insegnato di stare attenta a non suscitare invidie; ad andare incontro alle meno fortunate. Idiota carità cristiana. Non funziona. Le Anastasia e le Genoveffa sono delle stronze, immature ed erbacce da estirpare. Vanno riconosciute più rapidamente possibile e allontanate; punto.

Infine, mi era stato insegnato che i soldi non erano così importanti; che, quando una persona si affeziona, crede in te ed è affidabile, non ha prezzo. Altroché se ce l’ha, invece: se non ti dà dei risultati (non solo ma anche) economici, ti ruba tanto di quel tempo e di quell’energia che, alla fine, ti mangi le mani.

Leadership femminile: cosa mi viene ancora difficile

Sono riuscita a cambiare il mio mindset, rispetto a tutto ciò. In modo tale da risolvere il grosso dei problemi che avevo creato e da scongiurare il peggio. Ma comunque non sono affatto soddisfatta della mia leadership. Posso fare molto meglio di così.
Eppure mi rendo conto che alcune cose mi vengono ancora difficili. E penso di avere questa difficoltà proprio in quanto donna.

leadership femminile

Provo a condividerle; vediamo se magari le conosci anche tu, le attraversi o, al contrario di me, hai trovato il modo di vivertele bene.

  • Ho seri problemi a dire cose vere e potenzialmente arricchenti, potenzianti, capaci di far progredire l’altra persona, quando so che, allo stesso tempo, la feriranno.
  • Non capisco quanto tempo mi devo dare per valutare una nuova collaborazione: per distinguere, in altre parole, se una persona ha un bel potenziale ma non è capace di dare risultati concreti e soddisfacenti, o se invece sa produrre anche questi. Tre settimane? Sei mesi? Un anno? Non lo so.
  • Ancora non ho affatto chiaro con quale atteggiamento mi devo porre ogni volta che devo riprendere, criticare o addirittura sgridare qualcuno. Delle giuste punizioni ci vogliono, è evidente. Così come ci vuole una guida rispetto a ciò che va bene, che funziona, e ciò che invece non va fatto perché è inefficace o addirittura crea dei danni. Ho capito che la comunicazione va variata con ognuno, va adattata al soggetto; ma l’atteggiamento mentale da adottare è ancora un mistero per me. Non mi vedo né come un boss. Né tanto meno come una mammina o una sorella maggiore. Non mi vedo neanche come una collega o un’amica che dà un consiglio: quando sto più avanti sto più avanti, non ti sento come mia pari perché non lo sei. Non so proprio come vedermi. Se qualcuna che sta più avanti di me vuole offrirmi un consiglio, lo accetto con immensa gratitudine 🙂

In tutti i casi mi sento di dire che lo sviluppo della leadership femminile è tra le avventure più appassionanti della mia vita. Oltre che per necessità, vi invito con tutto il cuore a vivere questo viaggio come un grande percorso di evoluzione personale – lo è. Evoluzione personale e anche spirituale e sessuale; il potere è uno solo e l’energia anche.

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E’ possibile innamorarsi di nuovo a 50 anni?

A 50 anni si ama in modo diverso

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Il modo che si ha di amare a 50 anni è semplicemente diverso da tutto ciò che si conosce. Se ci pensi, è naturale:

  • hai avuto 20 anni e sai com’è amare a quell’età;
  • ne hai avuti 30 e hai conosciuto anche l’amore in quella fase;
  • poi hai avuto 40 anni e hai scoperto questo sentimento a 40 anni.
  • Ma 50 non li avevi avuti mai; non sai com’è amare a 50 anni.

innamorarsi a 50 anni

L’errore che si fa, spesso, è di vivere il presente continuando ad associarlo a esperienze del passato; o al contrario a proiettarlo nel futuro. “Quest’uomo mi ricorda quel ragazzo”, “La storia che sto vivendo ha tanto in comune con un’altra storia di tanti anni fa”, “Queste cose le ho già vissute”. Tutte associazioni mentali – punto. Non hanno niente a che fare con la realtà. Perché, nella realtà, ogni storia è unica; ognuno di noi muta di continuo; e non è oggettivamente possibile vivere una situazione identica a un’altra già vissuta.

Idem per il proiettarsi nel futuro. E’ umano e anche vitale avere dei sogni e degli obiettivi, qualcosa che si desidera ardentemente realizzare e condividere, anche in coppia. Ma scegliere una persona o dedicare tempo ed energie a una relazione solo in funzione dei nostri progetti, beh, non è amore, semplicemente. Stiamo vivendo altro. Che può andare benissimo, siamo libere di vivere tutto ciò che vogliamo; ma non confondiamolo con l’amore, altrimenti ne rimarremo deluse.

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L’amore a 50 anni

Tra le mie clienti, tantissime sono cinquantenni che hanno bisogno e voglia di tornare ad aprirsi all’amore.
Naturalmente, sono tutte donne con una storia alle spalle, tanti vissuti, emozioni, esperienze; anche amarezze, sconfitte, dolori. Eppure hanno il desiderio di tornare a innamorarsi. Del proprio marito, di una persona nuova, di un progetto. L’importante è amare ancora; riscoprire l’amore, ritrovare la passione. Tutte ce la fanno. Alcune in un modo, altre in un altro, ma su questo ti voglio assolutamente rassicurare perché lo vedo con ampiezza di numeri e ho uno sguardo privilegiato: tutte ce la fanno.

Certo, riescono perché ci si dedicano; non è che “succede”. Niente “succede”. Tutto si genera perché desiderato, coltivato, sviluppato. Poi, tra quel che si genera, alcuni tasselli “succedono”. Ma, finché stai lì ad aspettare che la tua rinascita ti cada dal cielo tra le mani, allora no: niente accadrà, anzi, rischia pure di peggiorare…
Chiediti, quindi, quanto è importante per te e, se è importante, datti da fare: dedicatici, lavoraci, fai anche tu un percorso.

Cosa vedo, tra tutte le donne che, invece, hanno successo?
Vedo profondità, spessore, ricerca di qualcosa di chiaro e specifico; consapevolezza di tutto ciò da cui ci si vuole allontanare definitivamente. Poi vedo maturità: da un lato disillusione rispetto a tanti lati dell’amore romantico e alle idealizzazioni tipicamente giovanili; dall’altro, contemporaneamente, una maggiore capacità di godersi i piaceri della vita e le gioie dell’amore vero, concreto, umano, di questo pianeta.

Imparo tanto anch’io, da queste donne… Vederle attraversare il processo di auto-trasformazione permette anche a me di salvarmi dal romanticismo e dall’idealizzazione tipicamente giovanili… Per fortuna anch’io sono quasi ai 40!
Ma sì, perché si tende a edulcorare troppo l’amore in gioventù, mentre secondo me quello tra adulti ha tanti aspetti decisamente preferibili. Esempio banalissimo che però molti tendono a dimenticare: da giovani ci si può veramente dilaniare e distruggere, per amore. Più si cresce e più la lucidità e un certo pragmatismo prendono il sopravvento, donandoci un’ironia che da giovani ci sognavamo!

Il sesso a 50 anni

Occupandomi molto di Sex Coaching, con le donne di 50 anni, voglio dedicare una parte di questo articolo proprio alla sfera sessuale. Perché spesso il nocciolo del problema è lì.

Tante persone, cogli anni, sviluppano delle difficoltà sessuali; a volte senza neppure accorgersene.
Può essere che il modo di eccitarsi cambi e non capiscano come riallinearsi col nuovo equilibrio. Oppure, dentro maturano nuovi sogni erotici e fantasie sessuali e non hanno le competenze comunicative necessarie per condividerli. O il corpo: può iniziare a rispondere in modo diverso agli stimoli che riceve dall’esterno. In tutti i casi, viene a crearsi un ostacolo tra sé e il piacere.

Non riuscendo a fare (una piena) esperienza del piacere, e quindi anche del senso di fusione e unione che porta, anche l’amore dà l’impressione di diventare più lontano, inaccessibile. Perché ricordiamocelo sempre: l’amore viene dal piacere e l’esperienza dell’amore terreno ha come base la sessualità.
Per questo, partire da questa sfera è estremamente fruttuoso, per tornare ad aprirsi all’amore.

innamorarsi a 50 anni

Oggi farò l’ultima sessione con una mia cliente che ha fatto un percorso durato un anno. Una cinquantenne separata in casa, perché la situazione economica non le permette di prendersi un appartamento proprio. Con l’ex marito malato e due figli adolescenti ancora dipendenti da lei. Una sognatrice idealista a cui sembrava di aver avuto tutti i sogni infranti, di essere ormai senza speranza.
Beh, dopo aver attratto una quantità di uomini da sbellicarsi dalle risate, in questo periodo, ne ha scelto uno, per amante: uno Spagnolo che lavora per parte dell’anno vicino casa sua, in Italia, bellissimo, ricco, realizzato, gentile e onesto. Le sembra una fiaba? No. Però ha ricominciato a fare l’amore regolarmente, a essere toccata, a godere e a sentirsi donna. Non finisce mai di ringraziarmi.
La maggior parte del merito, però, è suo 🙂

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Endometriosi, perché è ancora un tabù?

Endometriosi, ciclo mestruale, infertilità, etc. Tutti i tabù della femminilità repressa

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L’endometriosi è solo uno dei tanti tabù sulla femminilità. Ma tutti rientrano in un unico contenitore gigante: quello in cui stanno le mille cose che noi donne non dovremmo dire, fare e nemmeno pensare.
L’incidenza delle malattie e dei disturbi della tiroide e dell’apparato genitale e riproduttivo, tra le donne, è così tanto alta e generalizzata perché altrettanto alta e generalizzata è quella di certi atteggiamenti, comportamenti e, a monte, credenze.

endometriosi

Finché le donne non si concederanno la libertà di essere chi sono veramente, e di portarlo in giro con forza, irremovibilità e fierezza, questi malanni continueranno a fare il loro lavoro. Ossia, portare determinati messaggi, a delle persone e a una società intera.
Questo cambiamento salutare dovrà avvenire nella sfera sessuale, anzitutto, e di conseguenza anche in quella spirituale (la connessione con Madre Terra è una sola), familiare (coppia e famiglia) e genitoriale (essere o non essere genitori).

Credenze della femminilità repressa

È più bello se è lui a fare il primo passo.
Certe cose non si fanno, non sono femminili.
È la donna che accoglie, che crea lo spazio, che comprende, accetta e nutre.
Non posso fare tutto il sesso di cui ho bisogno e che desidero.
Il sesso non è una necessità primaria, per le donne; ne possiamo fare a meno, sono gli uomini ad averne assolutamente bisogno.
I partner non si scelgono in base al sesso, non è la cosa più importante.
Una donna si realizza al cento per cento solo quando diventa mamma. E, se non lo diventa, resta sempre una donna a metà.

Tutte cazzate.
Minchiate mega-galattiche di cui ci ha riempito la testa una società profondamente maschilista. A quale scopo? Per tenerci schiave.

Rileggile una a una e riflettici: non sono esattamente i pensieri che dovrebbe avere una donna (già schiava di una società di uomini), per poter accettare la follia di rimanere tale a vita?
È evidente.

Il corpo ti dice chi sei e dove devi andare

L’apparato genitale e riproduttivo ci parlano di piacere e fertilità – che hanno pochissimo a che vedere col fare figli. La tiroide, invece, riguarda l’esprimersi, la creatività.
Così a intuito, non ti fa venire in mente niente, sulle donne?

Quando la donna la smetterà di adeguarsi, di adattarsi, di voler andar bene al mondo, di voler piacere a tutti i costi, allora inizierà a piacere a se stessa, a provare piacere, a godersi di più la vita e, di conseguenza, anche a essere più creativa e produttiva.
Il che le darà risultati più soddisfacenti nelle relazioni, sul lavoro e nella vita sociale; farà, a sua volta, alzare la sua autostima e in questo modo, con naturalezza, diventerà ancora più consapevole del proprio valore e potere personale. In un circolo virtuoso che però, al momento, è bloccatissimo, in più punti.

Figuriamoci che viviamo in un mondo in cui la stragrande maggioranza delle donne non sa quasi niente

  • della propria vita intima – e quindi profonda;
  • del rapporto tra il proprio corpo e Madre Natura;
  • né tanto meno sente qual è il proprio piacere e cosa deve fare per procurarselo, farlo crescere e durare.

endometriosi

Tutte bloccate nella mente: sensi di colpa e vergogna assurdi; inadeguatezza e insicurezza esagerate; mille fissazioni sul fatto che, per “andare bene” (ma a chi? a cosa?), bisogna essere perfette. Ma quando mai!
Questo è essere donne a metà, altro che figli o non figli. Questa è femminilità repressa.

Allora, invece di sprecare tanta energia a parlar male degli uomini o a cercar di piacere agli uomini, non è meglio che ci facciamo un costante e onesto esame di coscienza e che iniziamo a occuparci di noi stesse e basta? Ché è ora e ne abbiamo un bisogno immenso.

Pensa liberamente. Dì quello che senti, vuoi e credi. Fai quello che ti pare e ti fa stare bene – nient’altro. Tutta la tua vita, oltre al tuo corpo, tornerà sana.

Ilaria Cusano 

Ecco qualche corso online che può aiutarti in questa trasformazione

    1. “15 Tecniche Sessuali”. Per stimolare, risvegliare, potenziare e consolidare l’unica sorgente dell’amore: il piacere.
    2. “Il Corpo Illuminato”. Per illuminarti di luce fin nelle membra. Farla splendere tanto da permeare viso e forma, postura e immagine. Riscoprire il piacere e ritrovare la passione.
    3. “Come migliorare la vita sessuale e ritrovare la passione con il proprio partner”. Per scoprire come aumentare la gioia e il piacere della tua vita e rendere la tua vita sessuale più appagante. Capirai anche come trovare il partner giusto, smettendo definitivamente di accogliere i partner sbagliati.

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Narcisisti, come riconoscerli ed evitarli in amore

Narcisisti: il metodo infallibile per evitarli

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Questo dei narcisisti è un problema che hanno moltissime donne perché moltissime donne hanno un problema col proprio narcisismo. Mi duole dirlo ma è così.
E Dio continua a mandare loro stimoli, ispirazioni, opportunità e maestri, finché capiscono e finalmente accolgono l’insegnamento. Non tutte ce la fanno, ma alcune sì, naturalmente.
Il metodo infallibile per evitare i narcisisti in amore, quindi, consiste nel fare pace col narcisismo a 360°.

narcisisti, come riconoscerli ed evitarli in amore

Nel momento in cui la donna realizza questa come un’occasione preziosa e inizia a lavorarci con onestà, maturità e umiltà, le cose cambiano. Cominciano sin da subito a vedere il narcisismo e ogni loro portatore con nuovi occhi, e a imparare tutte quelle lezioni che la vita sta tentando di portare loro. Magari da tanti anni o, in certi casi, addirittura da decenni…

La lezione del narcisista

Il Narciso del mito, ma non solo, è un giovane introspettivo alla ricerca di se stesso. Un’anima acerba e immatura che passa ore e ore a rimirare la propria immagine, è vero. Ma nel tentativo di penetrarne il mistero! Di annullarsi, infine, in essa e di immergersi nella propria profondità.
Missione che, effettivamente, riesce a compiere, poiché attraverso questo processo alla fine si trasforma in un fiore! Non in un rospo, in una pietra o in una statua di sale, insomma. Un motivo ci sarà… ti pare?

Già da questo si può capire che l’idea, o meglio il pregiudizio, che molte donne hanno sul narcisismo semplicemente non corrisponde alla realtà. Il narcisismo non è ciò che la maggior parte delle persone crede.

Ora, quante donne abbiamo incontrato e incontriamo, tutte, che non sanno riconoscere il proprio posto e che non crescono mai? Che se ne stanno lì a invidiare, calunniare, competere; a sfogare le proprie frustrazioni e cattiverie su altre donne più belle, più giovani, più feconde, più di successo e più dolci? Perché? Perché sanno che avrebbero un mare di cose da imparare da loro! Lo sanno benissimo, sotto sotto, che dovrebbero solo prendere esempio. Ma la grettezza, l’arroganza, la piccolezza e la presunzione vincono, in loro; perché sono deboli, non hanno una personalità abbastanza forte. E allora continuano a comportarsi come delle viscide ipocrite, o come delle arpie invidiose, o come delle vecchie acide e arrapate che non lo prendono da anni! Ahahah 😀

Cosa potrebbero fare col narcisismo?

Potrebbero diventare più belle, anzitutto. E non parlo di estetica. Potrebbero prendersi cura di sé per “trasformarsi in fiori”. Assumersi la responsabilità di dover crescere e maturare spiritualmente. Ampliare le spalle e l’apertura del petto (cuore), per poter poi alzare la testa e guardare negli occhi il mondo. Finalmente.

narcisisti, come riconoscerli ed evitarli in amore

Poi potrebbero farsi carico del proprio potere e imparare dalle donne migliori di loro. Sviluppare quel fascino, quella personalità, quella nobiltà d’animo e quel carisma che non hanno, e che vogliono ardentemente. (Se hai bisogno di questo processo, ti consiglio il corso “Il corpo illuminato”, che tra l’altro dal 22 Maggio faremo anche in gruppo, tutte insieme in una chat su WhatsApp. Se vuoi partecipare scrivimi – ilaria.cusano@gmail.com)

Così magari anche loro potrebbero essere apprezzate e ammirate, desiderate e scelte. Molte si lamentano perché non vengono scelte, o perché vengono abbandonate, tradite, non amate abbastanza. Ma poi, quando vai più a fondo, scopri che non vogliono assumersi la propria parte di responsabilità, per questo. In altre parole, non fanno quasi niente per conquistare ciò che invece pretendono, e poi se la prendono con quelle che invece fanno di tutto e ovviamente lo conquistano. Non è giusto per nessuna, ti pare? Non si arriva lontano, così. Vogliono essere prime donne, ma non accettano di doverci arrivare. E infatti non ci arrivano. Non solo nella vita sessuale e amorosa, tra l’altro.

Oppure ci arrivano solo col fatturato tipo volgarissimi boss mafiosi, e poi si stupiscono di trovarsi talmente tanto deformate da non risultare più minimamente femminili. Ma va? E certo!

Ne ho conosciute tante così, e tuttora le incontro. Prima mi facevano pena e tentavo di aiutarle; puntualmente mi ferivano e deludevano. Oggi so che vanno lasciate a cuocere nel loro brodo velenoso; che devono superare la sfida, combattere i propri demoni e vincerli. Come abbiamo fatto tutte, d’altronde. Nessuna nasce migliore. Ma qualcuna ha l’umiltà e la maturità di diventarlo.

Ilaria Cusano

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