
Come diventare ricchi: soldi e felicità
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[inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]Ti sei mai chiesta/o come mai, per descrivere i pilastri di un progetto, si usano i termini visione e missione?[/inlinetweet]
Ti sei mai resa/o conto di quanto essi appartengono alla sfera spirituale?
Io sì, ma io non faccio testo, perché sono parecchio insolita?
Non è un caso che, a proposito di business, profitti e temi apparentemente del tutto materiali, si utilizzano proprio queste parole. E’ frutto di un processo culturale molto lento, profondo e significativo. Così come noi, infatti, siamo in grado di descrivere chiaramente e sinteticamente solo ciò che abbiamo sperimentato e conosciuto con pienezza e densità, allo stesso modo, anzi in una misura ancora maggiore, a livello collettivo una forma (come la parola) si stabilizza quando, volenti o nolenti, consapevoli o no, la coscienza sociale la percepisce, riconosce e approva esattamente in quel modo lì.
Lo stesso è accaduto, suo tempo, per i termini vision e mission riferiti a un progetto, e che tutt’oggi valgono, in quanto ancora ampiamente usati.
Imparare dagli imprenditori e dai free-lance a vivere nella libertà e nell’abbondanza
Pensavi che gli imprenditori, i liberi professionisti e i manager fossero persone materiali, venali e orientate esclusivamente al profitto? Niente di più sbagliato!
Si tratta dei veri visionari e missionari della nostra epoca; ancor più dei preti e delle suore, poiché non solo dedicano gran parte della propria vita alla realizzazione di una visione e missione, ma lo fanno rischiando di tasca propria e mettendoci la propria faccia?
Possiamo trarre un grande insegnamento dall’esempio e dal servizio che queste persone ci donano
1) [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]Per costruire qualcosa, nella vita, bisogna dare credito e spazio alla propria visione[/inlinetweet].
Cos’è la visione?
È la forma più strutturata dell’intuizione. Alcuni non hanno neppure la fede e il coraggio per investire nella propria intuizione; gli imprenditori, i liberi professionisti e i manager, invece, vanno oltre, nutrendo l’intenzione al punto tale che essa, progressivamente, si espande e si radica, dando vita alla visione.
Anche chi fonda un’associazione, una ONLUS o una ONG fa questo: credere nella propria intuizione, innaffiarla ogni giorno per farla crescere, investire su di essa con una formazione continua, con del denaro, con lo studio e con l’applicazione, finché, a un certo punto, essa sboccia.
2) Tutti possiamo riappropriarci della nostra visione e missione. Esse non sono appannaggio dei ricchi, degli eletti o dei missionari. Sono delle dimensioni dell’animo umano, e possono assumere delle forme molto più concrete, produttive ed economiche di quel che si tende a credere.
Tutte le realtà (strutturali, politiche ed economiche) hanno inizio con un sogno. Hanno il loro seme nel regno dell’invisibile, e chi lo nega lo fa solo perché lo ignora, o perché è in conflitto con una parte di sé: la propria anima.
3) La visione e la missione, questi territori spirituali, non fanno parte di noi per dimorare in eterno nell’universo etereo, ma proprio, al contrario, per assumere forme terrene!
[inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]Relegare il mondo dei sogni e dello spirito in un al di là che non diventa mai al di qua non è nè saggio nè maturo[/inlinetweet] né tanto meno intelligente, anzi: è un vero peccato, uno spreco di risorse, è il tradimento verso noi stessi e verso le nostre migliori potenzialità.
Dare forma concreta alla propria visione e missione, con il lavoro, la dedizione, l’impegno e la perseveranza è il vero atto di fede, è il riconoscimento dell’intima natura della nostra anima e identità, molto di più che pregare e meditare, secondo me, molto di più che sacrificarsi e penare solo per fare soldi.
Tutto questo ho imparato, io, osservando gli imprenditori, i liberi professionisti e i manager.
Prova questo esercizio per (ri)entrare in contatto con la tua visione e missione
Per 40 gg. raccogli materiale sui progetti che ti piacciono, che ti ispirano e che trovi essere dei buoni esempi per te.
Non devono aderire a qualche canone esterno, ma interno sì: tuo, soggettivo e insindacabile.
Ognuno di noi, nei vari momenti della vita, è desideroso di costruire certe cose e non altre, e ha tutto il diritto di attrarre verso di sé ciò che più vuole – senza chiedersi il perché e il per come, semplicemente perché l’anima lo chiede, punto☺
Raccogli storie, ritagli di giornale, poesie, racconti, romanzi, riflessioni scritte da te e tutto ciò che descrive i progetti realizzati da altri che ti fanno battere il cuore.
Non devono essere i progetti perfetti (enormi fatturati, fama, e via dicendo): prendi pure un elemento di qua e uno di là, e fanne il tuo collage personale. L’importante è che ti batta il cuore, che la tua anima si accenda e la tua mente inizi a sognare!
Metti tutto in un tuo personale scrigno (uno scrigno vero e proprio, una scatola di metallo, una scatola delle scarpe, quello che vuoi), e quando finiscono i tuoi 40 gg (puoi iniziare quanto preferisci, naturalmente), se ti va scrivimi di nuovo: raccontami com’è andato il tuo esercizio e io ti offrirò un piccolo regalo per premiare la tua dedizione☺
Ilaria Cusano
PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: www.ilariacusanoacademy.com Ci vediamo di là!

Cara Ilaria, grazie per questa tua visione. Sono una libera professionista ma non avevo mai pensato al mio lavoro in questi termini. Ed è molto vero quello che dici. Ci riflettero’ molto! Grazie!
Sono contenta di averti ispirata, Valeria 🙂 Coltivare un atteggiamento benefico rispetto a ciò che facciamo nella quotidianità è essenziale, secondo me. Ti abbraccio e ti mando i miei migliori auguri per il tuo lavoro 🙂