
Diventare ricchi: ma come si fa?
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Come fare soldi? Un cruccio che assilla molti, soprattutto in certi settori.
Noi vocati al sociale, ad aiutare il prossimo, abbiamo questo tarlo, nella vita. Vorremmo donare tutto ciò che abbiamo e siamo a chiunque e sempre. Vivere di solo amore e possibilmente essere e rendere tutti felici. Neanche a dirlo: è impossibile 🙂
Quello che succede, invece, è che
- regalare o svendere tutto a tutti ci crea un’infinità di problemi economici, e pure psicologici.
- A vivere solo di amore, ahimè, la maggior parte delle volte siamo soltanto noi.
- Ed è possibile essere felici per la maggior parte del tempo e della giornata, ma le altre persone sono totalmente al di là della nostra sfera d’azione. Quindi, a un certo punto, è saggio accettare che ognuno deve prendersi cura di sé e pochi altri.
Detto ciò, distinguere l’essenziale dal superfluo resta pur sempre fondamentale, nella vita!
Anni fa, già giovanissima, guadagnavo una montagna di soldi. Avevo successo nel senso più banale del termine: fatturato, vendite, riconoscimenti. Ero realizzata dal punto di vista materiale, ma effettivamente la mia condizione mancava dell’essenziale. La gioia e la ricchezza profonde.
Mi sentivo più spesso vuota che piena, più carente che abbondante, più inadeguata che perfetta. In teoria amavo me stessa, per lo meno mi amavo di più di quanto si amano tanti altri. In pratica, senza accorgermene, mettevo in atto tutta una serie di comportamenti autolesionisti che mi ferivano, deprivavano e intristivano.
A un certo punto decisi di interrompere il circolo vizioso, di fermarmi e rischiare. Puntai sui sentimenti, sulla qualità, sulle relazioni autentiche, oneste e trasparenti, sulle collaborazioni professionali etiche, belle e pulite.
Era un cambiamento epocale per me
Che poi è lo stesso che la nostra società sta faticosamente realizzando a livello collettivo, nell’economia, nella politica, nella morale – e ci vuole tempo e pazienza, non si può fare dall’oggi al domani.
Mi sono trovata per lunghi periodi quasi completamente sola e al limite delle mie risorse: avevo salutato tante attività e persone, decidendo di relegarle nel passato, ma non solo, ero finita addirittura in un borghetto medievale nelle campagne del basso Lazio, in una comunità minuscola, facendo orti, consulenze gratis e passeggiate nei boschi, scrivendo libri, aiutando i bisognosi (ce ne sono tanti anche in Italia!) e riappropriandomi della mia anima.
Decisamente strano, per certi versi, eppure fu proprio questo il contesto in cui scoprii e manifestai l’eroina che c’è in me.
Finalmente entrai in contatto con la gioia, l’amore e [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]il piacere di esprimere chi sono e di fare ciò che devo, senza secondi fini, ma solo per assecondare un naturale impulso[/inlinetweet] del mio essere più profondo.
Ho ottenuto il lato umano del riconoscimento, guadagnando ai minimi storici ma ricevendo parole commoventi e cibo puro dalle persone, in quantità sbalorditive!
[inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]Rinunciando al mio ego ho lasciato che si rivelasse la parte migliore del mio ego, quella più in armonia con la natura[/inlinetweet], la vita sulla Terra e la società.
Adesso basta, però
Semplicemente, è finito un altro ciclo. [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]Non ho più bisogno della rinuncia e della deprivazione per stare in contatto con la mia anima e con la sua missione[/inlinetweet] più nobile ed elevata.
Mi sono disintossicata dal possesso, dall’avidità, dal potere fine a se stesso, dal desiderio malato di vincere e primeggiare solo per il gusto di dimostrare qualcosa a qualcuno, e non mi trovo più a dover scegliere se dare la precedenza a me o agli altri perché veniamo insieme; e se per me, ad esempio, adesso è il momento di aumentare i prezzi dei miei servizi, per le mie clienti è quello di mettere la giusta quantità di energia nell’intento con cui si rivolgono a me, e quindi tutto viaggia insieme, sulla stessa lunghezza d’onda, nutrendosi e facilitandosi a vicenda.
È stato un enorme insegnamento per me: nello stesso momento in cui ho limitato drasticamente la mia disponibilità, molte persone sono cresciute anche grazie ai miei sempre gentili e pacati NO, e molte altre si sono allontanate, spontaneamente, perché in verità tra di noi una relazione non poteva in alcun modo funzionare, a prescindere dalla reciproca ostinazione.
Oggi accetto, con paradossale umiltà, il fatto di avere bisogno di molto più denaro di quello che ho ora, per girare il mondo, condividere, creare, nutrire, investire, abbellire e (far) brillare; per essere generosa e magnanima, per costruire, per investire in ciò che vale ed evitare di perdere tempo ed energie con modi di pensare e di comportarsi che non fanno bene a nessuno e che vanno solo scoraggiati.
Il mio viaggio, in questa vita, prevede ricchezza, abbondanza, generosità, disponibilità a condividere, a essere solidale, a dare, mentre la povertà porta all’avidità, alla chiusura, alla maldicenza, a diffidare degli altri, a proteggere la propria miseria (come se valesse qualcosa!), a separarsi dal prossimo e anche dalla propria anima. No, grazie, non fa per me.
E tu? Che rapporto hai con la materia?
Condividi la tua storia nei commenti, sarà utile e benefico per tutti, te compresa 🙂
Ti suggerisco alcune domande:
1) Anche tu sei tra quelle che ci sono cascate, che pensano che il modello da perseguire sia Gesù Cristo o San Francesco? 😀
2) Quante volte alla settimana fai un dono, felice di farlo?
3) Ti senti a tuo agio o a disagio a godere del lusso, a farti pagare bene e a stare in mezzo a persone ricche?
4) Pensi di doverti prendere una rivalsa su qualcuno per mezzo dei beni materiali che accumuli o dello status sociale che raggiungi?
5) Sei consapevole del fatto che sei tu a creare la tua ricchezza/miseria, e non la società, il sistema, la politica, la finanza, la massoneria o Dio?
Ilaria Cusano
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Ciao Ilaria, ultimamente mi sono accorta di sentirmi in colpa a desiderare più soldi e anch’io sono cascata nei modelli utopici di San Francesco e Gesù!!! Devo ammettere inoltre che nei confronti di alcune persone un po’ di rivalsa c’è. Probabilmente va accettata e lasciata andare, perlomeno questa è la mia strategia per rendere costruttivi i cosiddetti demoni interiori. Sai bene che, con i demoni, ho una certa confidenza!!! Bello e molto interessante il post… urge una riflessione. Laura
Sì, Laura, anche la mia strategia è questa: passarci attraverso e poi superare, però 😉 Che i demoni siano benvenuti, quindi, ma poi comando io, ecco, non loro 😀
E alle credenze come cavalli da cavalcare per andare dal punto A al punto B? Ci hai mani pensato? Una mia vecchia insegnante di yoga mi illuminò, quella volta che lo disse!!
Bellissimo articolo, grazie.
Io ancora, più o meno consapevolmente, mi faccio fregare dal “non sono abbastanza”. Cosa mi servira di più poi?! In cammino verso autostima 3.0 ?
Ciao Silvia cara 🙂
Capisco bene cosa intendi! L’ho vissuto anch’io, in adolescenza: era un’ossessione, un’angoscia, un chiodo fisso. Ma sai come l’ho superato?
Agendo nonostante l’insicurezza; dimostrando non una, ma cento, mille volte, a me stessa e agli altri, che non solo sono abbastanza, ma sono perfetta, speciale e proprio come devo essere per l’equilibrio globale di natura e societa’ 🙂
Ovviamente questo riguarda tutti, non solo me. Ma il punto e’ che, quando abbiamo la tenacia di agire fregandocene delle mille voci sabotanti che ci affollano la testa, acquisiamo dimostrazioni concrete (fatti) che ci confermano cio’ che l’anima aveva intuito gia’: che siamo perfette in una misura che non riusciamo neppure a immaginare.
A quel punto non serve piu’ crederci, perche’ lo sappiamo e basta 🙂