Il femminile con se stesso
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Nella ciclicità della storia, il femminile sta di nuovo premendo per uscire, sta riprendendo a manifestarsi. Attraverso donne ma anche uomini. Alcuni hanno più fede nel processo tramite cui la coscienza (ri)partorisce se stessa, altri lo temono. Per tutti, è una morte e una rinascita.
Ma non esistono alternative: o si accetta la vita oppure la si rifiuta.
Come si sta rivelando il femminile?
In molti modi.
- Con un richiamo ai sentimenti, per esempio. Alla vita semplice, agli affetti del focolare domestico, alla cura dei rapporti.
- Una forte attrazione per la spiritualità, l’etica, la sensibilità ecologica e umana.
- Con la crisi economica e sociale, che ci dà l’opportunità di capire quali sono gli stili di vita, di consumo e di pensiero che devono essere sostituiti, se vogliamo prosperare come persone e comunità.
Il femminile sta parlando ai nostri cuori tramite il sistema e le sue strutture. il lavoro, le amicizie e le famiglie non possono funzionare, se non integrano in sé in modo completo e maturo la dimensione del cuore e l’espressione dell’anima.
Il femminile ci sta dicendo tutti i giorni che [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]abbiamo bisogno della bellezza e dell’umanità tanto quanto della stabilità e dell’efficienza, per sentirci ricchi e veri, pieni e completi[/inlinetweet].
Ognuno sperimenta tale mutazione più nella carriera, nelle relazioni o dentro di sé. Ma tutti siamo in questo fiume, ed esso sfocerà necessariamente al mare. Mare in cui si trovano una nuova e più sana integrazione tra produttività e umanità, per un benessere globale.
In questo senso, la crisi attuale è un’occasione enorme
Per cambiare quel lavoro che non stimola la propria creatività, passione e vocazione.
Rivedere quel matrimonio basato sui valori sbagliati
Chiudere amicizie che invece di nutrire svuotano.
Possiamo prendere la palla al balzo: renderci conto della malattia che sta alla base di certe scelte e della possibilità che abbiamo di costruire ciò che più ci piace e fa bene.
Non serve accontentarsi, solo per paura. E’ meglio prendere coscienza del proprio malessere e attraversare questo “grande mare”. Sicuramente porta verso lidi più ameni di quelli che immaginiamo.
Allora ben vengano i divorzi, le casse integrazione e la fine di amicizie storiche. La crisi economica e del capitalismo, le lotte intestine nei paesi arabi e l’ascesa dell’Oriente nel mondo. E’ anche tramite tali avvenimenti che il femminile sta passando, per comunicare con le nostre coscienze. Purtroppo ci si chiude e si teme sempre facilmente di quanto ci si apre e si crede.
Il femminile nelle relazioni
Includere il femminile nelle relazioni non è facile. Anzi, è una delle maggiori sfide delle attuali società, in tutto il mondo.
Le società si formano a partire dalle coppie, dalle famiglie e dai gruppi. Questi, assumendo proporzioni progressivamente sempre maggiori, danno vita alle comunità. Ragion per cui, banalmente, [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]se vogliamo veder realizzato un cambiamento nel sistema, non dobbiamo far altro che incarnarlo noi stessi[/inlinetweet]. Come diceva il caro vecchio Gandhi.
È una piccola grande crisi ogni volta che vogliamo includere emozioni e sentimenti nella comunicazione. Che vogliamo seguire il cuore nello scegliere quale professione fare. O che ci viene da sorridere in pubblico senza poterne spiegare agli altri il motivo.
È una piccola grande crisi dare retta all’intuito e all’immaginazione per prendere una decisione importante. Riconoscere un valore maggiore alla vitalità invece che al moralismo. Prestare più ascolto alla legge della propria coscienza che a quella dei tribunali.
Perché? Perché quasi nessuno lo fa
Sono pochissime le persone che hanno scelto consapevolmente di integrare nella propria quotidianità, nel proprio modus vivendi, nelle relazioni affettive, lavorative e sociali, gli aspetti femminili dell’essere, e che lo fanno davvero, concretamente, con coraggio e sfidando l’incomprensione e l’impopolarità.
È molto più diffuso l’atteggiamento maschile: parlare in modo logico, seguire la razionalità nelle decisioni importanti, nascondere emozioni e sentimenti, essere seri, concentrati e possibilmente un po’ contriti; scegliere una professione per senso del dovere, sposarsi e fare figli per senso del dovere; avere leggi e strutture ferree e non mollarle mai.
È molto più diffuso tanto tra gli uomini quanto tra le donne; è la nostra cultura.
Ma è questo che desideriamo per noi e per i nostri figli? Un sistema sociale tutto doveri, calcoli, strategie, organizzazione, efficienza, produttività e individualismo? Oppure sarebbe bello reintegrare anche la creatività, l’immaginazione, l’intuizione, la sensibilità, l’umanità, la meraviglia e la solidarietà senza secondi fini?
Fin qui, tutta teoria; la faccenda si fa ardua quando si passa alla pratica. Eh già, perché si tratta proprio di una pratica, di un esercizio da portare avanti giorno dopo giorno, ora dopo ora, inventando continuamente nuovi modi per riappropriarsi del proprio emisfero destro e di tutte le bellissime qualità che esso come uno scrigno racchiude.
Solo così potremo, un po’ alla volta, godere di reali cambiamenti, nella nostra vita e nelle nostre relazioni.
Il femminile nella società
Attualmente molte società, in qualche modo, stanno partorendo di nuovo se stesse. Da un certo punto di vista tutte stanno dando forma al proprio femminile.
L’Occidente sta facendo i conti con le conseguenze della propria ingordigia, sete di potere e controllo, della mania di primeggiare; è costretto, finalmente, a prendere in considerazione la possibilità di stili di vita più sobri e moderati, di politiche di ascolto, inclusione e considerazione; deve [inlinetweet prefix=”” tweeter=”via @IlariaCusano” suffix=”null”]imparare la cooperazione perchè la competizione non funziona più, si sta rivelando in tutti suoi limiti[/inlinetweet].
È una strada appena intrapresa e da ben pochi soggetti (aziende, associazioni, movimenti, partiti etc.); siamo lontanissimi dalla realizzazione in questo senso, ma molti si sono arresi al fatto che bisogna cambiare direzione, e lo stanno facendo, con buona volontà, dedizione e speranza.
L’Occidente sta apprendendo nuove dinamiche della convivenza di gruppo (il gruppo è un tema femminile): non si può pensare a un progresso che vada avanti all’infinito, a una perenne ottimizzazione (minori spese e maggiori guadagni possibili), a un’espansione indiscriminata e senza limiti, senza tener conto del fatto che, se una parte di esseri umani beneficia di tutto ciò, non può non farlo a discapito di un’altra fetta di umanità.
Il risveglio del femminile non è un fenomeno prettamente individuale, che riguarda alcune persone sparse nel mondo: ha a che fare col pianeta intero, con tutte le culture e moltissime società. Ovviamente non ho miliardi di informazioni su ogni stato del mondo, ma a proposito di femminile dico questo: non ne ho bisogno, mi bastano una viva sensibilità e un brillante intuito, per coglierlo 🙂
Ilaria Cusano
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