
Io, gli uomini, l’ossidiana e la rabbia
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Terzo mese con questa potentissima pietra nella vagina: l’ossidiana. Pietra che resetta intimità e sessualità; che taglia via tutto ciò che non serve più o che addirittura nuoce; che ci permette di conoscere le nostre parti più oscure e di imparare a gestirle.
Dopo aver attraversato mondi e stati d’animo molto vasti e vari, eccomi al cospetto di un’irritazione che diventa rabbia e poi furia, verso tutto il genere maschile. Valanghe di pregiudizi, naturalmente, ma anche di delusioni e sofferenze lasciate lì a marcire per troppo tempo, come se potessero svanire da sole… Cos’hanno fatto, invece? Hanno continuato ad attrarre situazioni simili, in cui la sfida per me era cogliere finalmente l’opportunità di fare questa fantastica esperienza, e dire
No, no e ancora no! Non mi sta bene, basta, vaffanculo!
Perché noi donne abbiamo questo problema: di voler essere comprensive a tutti i costi. Così pensavo. Sempre lì a sforzarci di tollerare e di capire cose che, in realtà, non tolleriamo affatto. Basta sentire il corpo per rendersene conto. Non le mandiamo giù, ci fanno stare male e continuiamo a dire sì invece che no. E’ masochismo, è stupido; anche se ce l’ha insegnata la mamma, è una pessima abitudine.
Ovviamente, in quei giorni mi capita il cliente: un uomo che deve essere aiutato da me a imparare a gestire la rabbia 😀
Ecco cosa mi scrive Maurizio.
Rabbia
Emozione non necessariamente negativa, se usata ed espressa nella maniera adeguata.
Io ho passato una vita ad arrabbiarmi, più che altro con me stesso, invece di rispondere a tono ai comportamenti arroganti delle persone che ho conosciuto. Solo adesso mi rendo conto del fatto che ho sbagliato: non l’ho usata e canalizzata nel modo giusto.
La conseguenza?
Una bassissima autostima; uno stato fisico al limite del crollo, visto che ho somatizzato; ma, soprattutto, un complesso d’inferiorità costante, in cui continuo a tenermi ai margini, a isolarmi.
Nell’ultimo periodo, poi, le cose sono peggiorate: scatti d’ira che difficilmente riesco a contenere, rischiando involotariamente anche di farmi male.
In questo percorso che sto facendo con Ilaria, per migliorare nella professione di networker, la competizione sana è un incentivo a fare meglio. Ma io, visto il mio assetto mentale, non la vedo così; ed ecco che, quando altri fanno meglio di me, la rabbia si impadronisce di me sussurrandomi
Tu non sei inferiore agli altri.
Ed è qua che mi diventa fondamentale dare una svolta: trovare una soluzione apparentemente semplice, ma per me di difficilissima applicazione.
La svolta consiste nel concepire la rabbia come un possibile alleato: può essere trasformata, per esempio, nella spinta costruttiva che impedisce agli altri di metterci i piedi in testa; oppure può divenire quella tenacia, persistenza e determinazione che ci fa dire
Ok, oggi non ho dato il meglio di me, ma dalla prossima volta mi impegno a farlo.
Troppo spesso ho usato la rabbia in maniera distruttiva nei miei stessi confronti; non è piacevole sentire lo stomaco chiudersi al limite del rimettere… Ma adesso basta! Voglio essere un leader, e ben venga anche la rabbia, se mi può spronare a fare di meglio!
Rabbia: guardiano del limite
Maurizio conclude il suo racconto con il buon proposito di dare l’altolà a chi tenta di invadere il suo territorio, e di canalizzare la rabbia verso l’efficienza e l’impegno. Ha capito che non è inferiore a nessuno e che, anzi, dentro di lui dimora un leader: una guida pronta a venire alla luce e a mostrarsi. Io lo guardo non solo con fiducia, ma anche con la totale certezza che riuscità nel suo intento. Ne ho visti tanti come lui, anch’io sono come lui…
Putroppo o per fortuna, però, col cuore in mano devo metterlo in guardia sin da ora: sarà sempre peggio, in questo senso. Questa battaglia non solo non finisce mai, ma più diventi una guida e più si fa strenua: tutti coloro che vogliono raggiungere i tuoi stessi traguardi sono attratti da te, come persona, come professionista, nella vita lavorativa e personale. Vengono, ti ammirano, ti chiedono ma poi, volenti o nolenti, cercano di sopprimerti. E più non ce la fanno a raggiungere i traguardi che tu gli dimostri come raggiungibili, più anche senza farlo apposta vorrebbero eliminarti. Vorrebbero che tu non esistessi, che non stessi lì davanti a dimostrare loro che non è vero che certe mete non sono conquistabili, sono solo loro che non le stanno conquistando.
Sai che ti dico, però, mio caro? Chi se ne frega, sono cazzi loro 😀 Io non tornerei indietro neanche morta!
PS. In questo sito trovi le mie attività dei primi 7 anni da Coach online (e imprenditrice digitale) – dal 2015 al 2021. Tutte le più nuove e performanti create a partire da fine 2021, invece, sono nel nuovo sito: www.ilariacusanoacademy.com Ci vediamo di là!

