
Problemi di coppia, nel mio caso
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Non so cosa fare nella vita amorosa.
Queste settimane estive, per me, sono all’insegna dei problemi di coppia. Problemi importanti da affrontare, problemi rivelatori, illuminanti, ma pur sempre problemi. Che si sostanziano in questo nucleo: non so cosa fare nella vita amorosa.

Così una domenica pomeriggio, in preda a mille dubbi amletici, mi sono fermata e mi sono chiesta
Come mi sento, ora, mentre mi scambio questi messaggi con lui?
All’inizio mi sono concentrata nell’ascolto del corpo: un blocco in pancia, in particolare nello stomaco; i piedi pieni di energia, pronti a scappare; la vagina vibrante, eccitata, pronta a riunirsi al suo complementare.
Ok, io mi sento così. E lui? Cosa sento da lui?
La verità è che lo sentivo freddissimo e distante; e non riguardava i chilometri.
Presenza, vero amore, connessione
Non so cosa fare nella vita: è evidente che sei alle prese con uno dei più comuni problemi di coppia quando provi attrazione per uno mentre il tuo stomaco si blocca, i tuoi piedi ti invitano alla fuga e la tua vagina si dichiara insoddisfatta. Più masochismo di così!
Sentivo che a me interessava tutto di lui, mentre lui era focalizzato solo sul dovere.
Mi sembrava che anche tutto quello che di bello tentava di fare per il nostro rapporto avesse la sua radice nel voler dimostrare qualcosa, nel voler affermare
Sono un bravo bambino, io; io faccio la cosa giusta.
Sempre io, io, io. Senza nessuna presenza nella relazione, senza vero amore, senza alcuna reale connessione con me.
Nel momento stesso in cui più temevo di essere abbandonata, ero io a chiedermi se desiderassi questo genere di relazione.
Mi sembrava di stare vivendo di nuovo le parti più oscure del mio matrimonio – e di quello di mia madre:
- i problemi con l’energia sessuale;
- la freddezza, la distanza, la disconnessione;
- la non disponibilità a stabilire e mantenere un’intimità vera, reale, profonda e duratura;
- e questa menzogna di fondo, questa comunicazione disonesta che ha spinto così tanti uomini – anzi addirittura bambini! me la ricordo sin dalle elementari – a dirmi che mi sbagliavo, che loro mi amano, che lo vogliono fare.
Il vero tradimento, quello che conosco da vera esperta ormai.

Evidentemente è bene che io passi di nuovo attraverso questi luoghi; se la vita mi ci ha portata può essere solo così. Allora mi chiedo
Cosa c’è di bello e di buono per me, ora, in questa esperienza?
Problemi di coppia: come superarli
Non so cosa fare nella vita amorosa. Ma posso chiedermi cosa c’è di buono in questo ennesimo passaggio per di qua; secondo me ci arrivo 😉
#1 – La possibilità di rendermi pienamente conto di quanto i miei bisogni sono importanti: ci sono, esistono, anche se fanno di me una persona fragile e per certi versi infantile ho il diritto di soddisfarli.
Posso riconoscerli, accettarli, esprimerli e abbracciarli.
L’uomo che farà sufficiente spazio anche per essi sarà l’uomo giusto. Quello che li negherà, che ci passerà sopra o li ignorerà, denigrerà, rifiuterà sarà da allontanare.
#2 – L’opportunità di valorizzare questi bisogni.
Quante volte, in fondo, ho l’occasione di trascorrere del tempo con una cara amica proprio perché ho bisogno di un passaggio o di essere ospitata?
I bisogni ci tengono connessi gli uni agli altri, ci danno modo di esprimere il nostro amore e la nostra generosità, creano quella situazione in cui possiamo ricevere! Viva l’esprimerli, allora!
#3 – Infine, lo spazio e il tempo di scegliere con il cuore. Ma non solo nel solito senso di “con amore“; nel senso di “con pieno amore anche verso me stessa e tutti i miei lati, inclusi quelli fragili”.
Mi è rimasta impressa questa descrizione che ho trovato ultimamente studiando Tantra: Shiva, il maschile, crea lo spazio per poter accogliere la passione di Shakti; è il contenitore per l’energia femminile; è stabile, radicato, non deve scegliere ma solo osservare.
Un uomo con cui è possibile condividere l’amore è disposto a farlo: a fare spazio, a ricevere e a osservare, senza chiudersi, scappare, respingere o giudicare. E non perché io lo pretenda o lo obblighi; lungi da me pretendere qualcosa od obbligare qualcuno! E’ disposto a farlo perché sente il piacere e il desiderio di farlo.
Se non è disposto né a farlo né a impararlo, semplicemente non è un uomo: al limite è un ragazzo, se non addirittura un bambino.
Posso amare un ragazzo e un bambino, ma non posso formare una coppia felice con nessuno dei due.
Respiro e mi prendo tempo, dunque. Tempo per riconoscere, maturare e vedere la mia scelta apparire come una stella del cielo al calar del primo buio 🙂
Ilaria Cusano
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