Problemi di coppia
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Tra i maggiori problemi di coppia certamente, di base, c’è quella dose di dolore talvolta eccessiva che stona, per così dire! E invece no.
Eva Pierrakos, compagna del mitico Alexander Lowen nella strutturazione del famoso metodo terapeutico conosciuto come bioenergetica, nel suo straordinario libro “Unione Creativa” – che sto leggendo con passione – ieri mi ha stupita con effetti speciali: pare che tutti noi, da bambini, associamo il piacere proprio alle situazioni che ci fanno più soffrire.
Siamo degli idioti? No; funziona così.
Dolore = Piacere = Problemi di coppia
Mi fa male il rifiuto di mia madre? Benissimo: per evitare che mi faccia troppo male, un male insostenibile per me bimba, il mio corpo mi aiuta con una scarichetta di piacere.
Mi fa soffrire la violenza di mio padre? No problem: il mio sistema si organizza per spararmi in circolo la giusta dose di piacere, et voilà! Sono salva.
Geniale, Madre Natura! 😀 Sì, non c’è dubbio.
Finché poi, dopo uno o due decenni, viene fuori che io per provare piacere devo cercare sempre quel certo pizzico di rifiuto e violenza, che palesemente è un bel po’ meno geniale!
Problemi di coppia assicurati.
Eh sì, perché poi non è tutto come nel sesso dove, se mi stai un po’ distante, quando ti vedo mi eccito il doppio, o dove possiamo divertirci a giocare con te predatore che mi leghi ed è fighissimo!
No: mi prende male che mi devi sempre stare distante mille miglia, così come mi incazzo se mi devi trattare male, da insensibile aggressivo pezzo di merda!
Dal dolore al piacere
Che facciamo, quindi, con questo particolare problema di coppia? Come lo superiamo?
Intanto prendendo atto e coscienza di questo collegamento tra dolore e piacere; le fantasie sessuali sono perfette, capisci subito come funzioni 😉
Poi alleggerendo: trasformando la dinamica in gioco, ironia e pantomima.
Amare questi lati oscuri di noi è fondamentale per riconnetterci al piacere, per riportare l’energia sessuale nel canale della relazione sana.
Imparare ad apprezzarne i lati pittoreschi e creativi, imparare a sorriderci e a riderci, ci aiuta a conviverci finché ci sono, e anche ad attivare il processo di emancipazione e maturazione, un po’ alla volta.
Più viviamo con presenza e amore queste nostre ombre, più esse liberano il loro potenziale nascosto, negato, sconosciuto.
Più le rifiutiamo, invece, più continuano a cercare il piacere attraverso il dolore.
Più accettiamo che il modo migliore di onorare e celebrare la vita consiste nel godere in tutti i modi possibili e il più profondamente che ci è dato, più un sano impulso al piacere si sostituirà alla sciocca ricerca del dolore. E allora finalmente, da adulti, potremo essere pienamente felici.
Ilaria Cusano
PS. Occhio a non cascare nella trappola bastarda nascosta in questo articolo: non credere di poter superare questa dinamica al cento per cento. Non puntare mai a essere una persona perfettamente sana, perfettamente adeguata, perfettamente approvata. Una persona “col bollino”!
Ti verrebbe mai in mente di chiedere all’albero di essere più dritto? O di aspettarti che il cielo si definisca meglio?
Ecco, appunto: amati e apprezzati così come sei. Puoi goderti la vita appieno e fare tanto bene anche così – anzi, secondo me, soprattutto così! 🙂
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