Manager e Leader: sfatiamo un mito anni ’90
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Negli anni ’90, quando ero piccola, tutti quelli che volevano fare carriera sognavano di diventare manager di grandi aziende 😀 Ricordo film e serie tv che proponevano questa immagine dei manager americani come persone dalla vita estremamente dinamica, stimolante, appassionante e divertente. E naturalmente tutti erano ricchissimi – com’è quasi sempre anche tuttora, nei film americani – e abitavano in case da urlo.
Ora, al di là del fatto che, lo sappiamo, gli Americani hanno questa fissa di trasmettere al mondo un’immagine di sé fondamentalmente falsa, da sogno; il punto è che confondevano il manager con il leader. Cioè, facevano credere che il manager fosse una persona potente, padrona della propria vita, capace di fare la differenza del mondo, quando non è così.
Puoi immaginare la mia delusione, strada facendo: ero innamorata persa di Ally McBeal, fantasticavo di andare a vivere in una città tipo New York e di fare una vita da sogno, ma poi! Ma poi “Ehi, ma con quale tipo di carriera, lavorativamente parlando, posso condurre uno stile di vita del genere?”. Di certo non con quella della manager. Gulp. Disorientamento totale.
Così ho iniziato a indagare meglio. Il cinema americano mi aveva fregata, ovviamente; mi conveniva mettermi a studiare per conto mio e cavare il minuscolo bastardo ragno dal buco.
La vita dei manager
Ecco cosa ho scoperto sulla vita dei manager – uomini e donne e di tutto il mondo.
Sono gli schiavi più schiavizzati di tutti. Perché, quando fai un lavoro dipendente qualsiasi e conti poco, almeno te la puoi svignare qua e là per prenderti le tue libertà e nessuno si cura di te. Se fai il manager di una mega azienda fighissima, invece, con la storia delle grandi responsabilità e del fatto che il tuo ruolo è fondamentale, ti hanno fottuto.
Lavori centomila ore alla settimana. Di fatto sei un dipendente come tutti gli altri. Prendi uno stipendio stratosferico con cui hai poco da farci, perché non fai altro che lavorare, nella tua vita – per cosa vuoi usarli, i soldi? Per il macchinone con cui andare a lavoro? (tristissimo) Ah no, per quella misera settimana di libertà che hai all’anno, e che probabilmente non riuscirai a goderti perché, nel frattempo, naturalmente sei diventata dipendente dal lavoro, dormi male, mangi male e non hai uno straccio di vita affettiva?
Insomma, la vera vita di Ally McBeal fa schifo. Non c’è stipendio che valga la candela, in questo “gioco” che gioco non è, perché è la tua cazzo di vita. E stai ben attenta perché, mentre tu magari ti sei fatta rincoglionire dai film americani e ti sei persa due decenni della tua esistenza, là fuori c’è tanta gente più sveglia che sta pure costruendo qualcosa di figo, con le sue manine dorate.
Chi sono?
I e le leader 🙂
La vita dei leader
Parliamo di Project Manager e di Project Leader perché entrambe le figure gestiscono dei progetti. Ma, mentre il manager non crea niente e si limita a eseguire una serie di attività che servono per far crescere il progetto di qualcun altro, che magari detesta pure; il leader fa un lavoro autonomo (lavoro in proprio) e, soprattutto, è un creatore.
La persona leader ha un suo progetto. Che è anzitutto un progetto di vita. E’ figlio di una visione e determina dei valori e una missione – roba molto più cool, rispetto al film di Fantozzi “impacchettato meglio”.
La leadership presuppone che tu sai chi sei, hai una storia e vuoi raccontarla al mondo. Vuoi che certe cose prendano forma perché per te è importante; perché hai un segno da lasciare, come Zorro ma molto più sexy!
Anche una leader collabora continuamente con vari professionisti, in diversi modi. Crea anche delle partnership con altre aziende. Ma tutto coerentemente con il proprio sogno, che ha ben chiaro e sta realizzando, ogni santo giorno.
Non lavora solo per i soldi, come le prostitute: fa l’amore per davvero, perché lo sente, gli vibra dentro, perché “deve”, non può fare altrimenti.
Ecco, l’unico manager intelligente e saggio che concepisco è quello che si mette devotamente al servizio di un leader così. Almeno, in anni di attività, potrà prendere l’ispirazione e l’esperienza necessarie per diventare anche lui, un giorno, una persona libera e determinata a creare.
Ilaria Cusano
PS. Io ovviamente formo leader!
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