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Ogni tanto lo perdiamo, è naturale; anzi, a dire il vero, è già una cosa grandiosa se ogni tanto lo troviamo! 😀 Basta guardarci intorno per rendercene conto.
Io sarò in gamba, fortunata, abile o benedetta, ma con questo senso della vita sono a stretto contatto. Più che altro, è una presenza concreta, a cui mi dedico da sempre. Anche a causa di vere e proprie tragedie che mi è toccato attraversare lo cerco, ci presto attenzione. Mi ricordo che è importante – sai, per questo gli avvenimenti tragici sono un ottimo memorandum!
In generale, ho capito poche cose; una di queste, però, è che bisogna seguire l’estasi e la passione, proprio come mi ha insegnato anche un grande sciamano e autore che ho avuto l’onore di incontrare più volte sul mio cammino.
Passione e senso della vita
Questo punto mi è chiarissimo: non è dal dovere che accediamo al senso della vita, ma dal piacere.
Il piacere è l’unica chiave d’accesso anche verso il vero dovere.
Piacere fisico, psichico e spirituale; piacere in senso lato, non edonistico.
Dal piacere contattiamo la passione, la gioia di vivere, l’amore, e questa, per quel che ho avuto modo di vivere io, è la strada maestra per trovare il nostro senso della vita.
Perché ovviamente il senso della vita non è uno unico, oggettivo e uguale per tutti; ognuno di noi ha una via da percorrere, ed è esattamente per questa ragione che Franco Santoro parla di “guarigione”: perché spesso ci perdiamo dei pezzi di anima, spesso ci rendiamo conto che la nostra identità è smembrata, incoerente, che ha le maglie troppo larghe perché ne possa uscir fuori qualcosa di solido, stabile e prezioso. E allora dobbiamo guarire proprio in senso sciamanico: dobbiamo rimettere insieme tutti i pezzi del nostro sé più profondo.
E’ proprio così che si ritrova il senso della vita: riunificando le varie parti smembrate della nostra anima e identità.
Il senso della vita ha moltissimo a che fare con l’identità, e l’identità ha moltissimo a che fare con l’anima.
A me capita (mi sta capitando proprio in questo periodo) di non capire assolutamente niente di ciò che mi accade, di andare a spanne, di muovermi a intuito nel pieno buio; di attraversare dei processi di trasformazione talmente ampi, radicali e profondi che comprenderli e rintracciare una direzione è pura utopia.
Però so sempre chi sono; lo sento, anche quando non riesco a verbalizzarlo bene dentro di me è chiaro, come una sensazione fisica, un’impressione antica, un ricordo dorato impossibile da dimenticare.
Questo sentire è ciò che mi dà più stabilità in assoluto, nella vita – nel lavoro, nei sentimenti e in ogni altra sfera.
L’estasi mi indica il mio senso della vita
Questa sensazione si chiama estasi: il sentire che mi indica chi sono e quale strada devo seguire è identificato perfettamente dalla parola estasi.
L’estasi è spirituale e sessuale insieme, e come stato d’animo stabile può verificarsi solo ed esclusivamente quando la nostra anima è presente nel corpo e compatta.
Non solo: l’anima deve essere l’unico capitano della nave, per poter vivere in estasi.
Vivere in estasi è ciò che per me si avvicina di più all’aver trovato il senso della vita.
Non significa ridere sempre o essere costantemente felici; è più sottile.
L’estasi è un sorriso interiore, che ovviamente si manifesta anche fuori, certo, ma che dimora più che altro dentro, nel cuore di sicuro, ma prima ancora nella vagina.
Fa strano, lo so, però è così: se non hai un sorriso nella vagina, di sicuro non puoi averne uno vero nel cuore.
Ma l’accesso all’estasi e al senso della vita non ha molto a che fare con le storie d’amore e il partner – così come il sorriso nel cuore e nella vagina non ha molto a che fare con queste cose: si tratta di noi, della nostra interiorità che non dipende da niente e da nessuno; si tratta di come decidiamo di reagire agli stimoli della vita, se scegliamo di abbracciarli e vederci del buono, o di rifiutarli e leggerli come delle sfighe – creiamo due realtà completamente diverse.
Non ho idea di cosa mi porterà questa via per ognuno di noi; eppure ogni volta lo sento arrivare in anticipo e mi dà sensazioni profonde e positive. Mi viene un po’ spontaneo fare le cose quotidiane con distacco ed estraneità, come se fossi un po’ da un’altra parte, come se stessi per partire per un lungo viaggio – e sicuramente da un certo punto di vista è proprio così: sto per partire per un lungo viaggio.
D’altronde, è in questo modo che si trova il senso della vita – o quanto meno che si cerca: essendo sempre disponibili a partire per un lungo viaggio 🙂
Ilaria Cusano
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Bello,,,ma quando ti senti scarica scarica ? e le hai provate tutte e niente gira per il verso giusto?
Ciao Marianna 🙂
Ti do 3 pillole veloci veloci che per me funzionano benissimo:
1) credere fermamente che STA ANDANDO tutto PER IL MEGLIO – solo, dobbiamo darci il tempo di capire “in che senso” 😉
2) Fare un ottimo esercizio fisico ogni giorno (se hai bisogno di forza ti vai a rafforzare, se di lasciar andare scegli qualcosa che ti faccia sudare, e così via);
3) preghi, mediti, ti prendi sempre cura della tua bellezza, sorridi e parli al meglio di tutto e tutti – anche quando sei nera, ci sono sempre la grinta e l’ironia 😉
Prova questo! E se hai bisogno di aiuto contattami in privato; riservo a tutti un colloquio conoscitivo gratuito molto ricco, posso farlo anche con te! 😀
Un abbraccio e in bocca al lupo intanto!