Blog Novel by Mamma Fenice*, 4ª puntata – Incontro con un mentore
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*Racconti tratti dal percorso Il Viaggio dell’Eroina
1995-1998, nascita del terzo figlio.
Finisce la guerra in Jugoslavia, si suicida Mia Martini, nasce la prima pecora clonata.
Muoiono Lady Diana, Madre Teresa di Calcutta, Lucio Battisti e 19 turisti nella funivia del Cernis; un aviatore pazzo ha cercato di passare sotto ai cavi.
Arrivano l’euro, Yahoo e Google. I lontani sono più vicini, Osama Bin Laden rivendica attentati.
Lo scenario internazionale non sembra ancora una polveriera, forse perché non così vicino come adesso…
La Cecenia è già in guerra.
Per me, comincia la globalizzazione.
Coinvolta al 100% nel ruolo di super-mamma di tre adorabili, pestiferi esseri, mi lascio avvolgere dalle vicende quotidiane. Detto così sembra noioso, ma è tutt’altro! Ecco un banalissimo esempio.
3 del mattino, sala, sofà: un bambino vomita dal sofà, un altro ha appena finito e un altro ancora, nel seggiolino dell’auto che usiamo come mini-sdraio, si guarda intorno.
Io, con la nausea a palla, pulisco a terra.
Prima notte a casa dopo il parto. Promette bene, eh!? 😀
Una cosa bella dei bambini è che non giudicano: ti fanno vedere il mondo come se fosse nuovo.
Mentre li porto a passeggio per stancare l’iperattivo che col passeggiare e i ritmi ripetitivi si calma, riscopro le relazioni. Incontro altre mamme e vedo persone che conosco da anni, con cui però non avevo più tempo di parlare.
Conversare è bello, ma lo è soprattutto ascoltare le emozioni. Sentire gli altri raccontare delle loro passioni: una nonna innamorata del nipotino, un imbianchino che ti spiega una tecnica particolare, una maestra che fa le conserve con la sua classe.
Incontro col mentore
Arriva tramite una ragazza, figlia di amici di famiglia; ha anche lei dei bambini piccoli.
Si parla, si scherza, i bimbi giocano; mi riavvicino alla loro famiglia, in particolare a sua madre.
La conosco da una vita. E’ un’anticonformista: ha idee particolari che mi affascinano. Non mi ero mai interessata a questa parte della sua vita; adesso mi incuriosisce.
Ecco l’incontro con il mentore. O meglio, la scoperta del mentore.
La conosco veramente da tanto, solo non sapevo tutte queste cose di lei.
Mi affascina la sua visione del mondo, la sua coerenza, il suo vivere le battaglie in prima persona. Il suo riuscire a trascinare la famiglia, la sua sicurezza di essere nel giusto.
Senza voler fare proselitismo lei vive così, fra le molte critiche di chi non vuol capire e gli amici che, da amici, la accettano.
Qualcuno forse le è amico proprio perché la ammira come persona; qualcun altro perché la pensa come lei; altri ancora perché, forse, con lei stanno bene.
Frequentando sua figlia e parlando delle nostre difficoltà da figlie, realizzo che anche mia madre è una che crede di essere nel giusto. E’ pure intransigente con chi la pensa diversamente.
Conosco meglio i progetti, le aspirazioni, le motivazioni che guidano quest’altra mamma, simile alla mia per certi versi, diversa per altri.
Presa di coscienza lungo il viaggio dell’eroina…
Vivo questo periodo e mi rendo conto che è pieno di cose gratificanti: le merende con le amiche e i figli, le piccole soddisfazioni personali dei lavoretti fatti bene, le scoperte che i bambini sanno fare.
Cose che hai avuto davanti per anni e che, a un certo punto, assumono una valenza nuova…
Scelgo la mamma della mia amica come mentore, una guida: quello che ha fatto, le sue scelte, non le copio ma le faccio anch’io.
E’ un’apri-pista per me: le sue azioni ispirano le mie. La sua visione del mondo, di come dovrebbe e potrebbe essere, mi arriva tutta. Forse i sogni in me c’erano già, ma li avevo abbandonati per mancanza di coraggio.
Vedere un’altra persona, un’altra mamma con una famiglia e tutte le limitazioni che questa impone, che riesce a fare ciò a cui ambivo, mi dà la carica. Mi dimostra che è possibile farcela.
Anche da donne.
Anche se non è giusto far vivere la famiglia sopportando il tuo sogno.
Se si hanno figli.
Se non si sta lavorando.
Quando si ha un sogno bisogna lasciarlo volare.
La mia mentore, questa donna che ha qualche anno più di me ma ragiona come una ragazza fuori dagli schemi, mi dimostra che noi siamo quello che vogliamo essere. Ma che, per esserlo, bisogna combattere. Contro
- la nostra pigrizia,
- la paura,
- contro l’abitudine di chi ci sta intorno a vederci sempre allo stesso modo.
Se dentro mi sento piena di forze e voglia di fare, perché devo vedermi e comportarmi come un’anziana?
Dentro ho mille idee e fuori non ho un soldo, perché non posso progettare e realizzarmi?
Se sono piena d’energia e giovane, perché non posso prendere il mio bastone, appoggiarmi e andare?
Posso essere me stessa, quello che in questo momento sento di essere, a 16 anni come a 60!
Con questo spirito la mia mentore affronta la giornata, piena di entusiasmo per le sue battaglie. E non le vince tutte,
anzi! Al suo posto forse mi abbatterei.
Ha talmente tanta passione che trascina con sé chi le sta vicino.
La ammiro. Non è facile rapportarsi con una persona convinta di essere nel giusto, con altissimi ideali, ma la ammiro. Per sua figlia non è facile.
Io lascio sempre affiorare le mie insicurezze, i miei sbagli, le mie incertezze; mi sembra di essere più umana e meno super-mamma.
Forse mi nascondo per non spaventare il mio prossimo.
Forse uso gli altri come scudo per la mia timidezza.
La mia mentore no. E’ una guerriera generosa e salda. Quando penso a lei mi sento forte.
Mamma Fenice
*Racconti tratti dal percorso Il Viaggio dell’Eroina
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